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Άρτοπώλιδες (fr. 12)

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Bibliografia Bergk 1838, 311-313; Peppler 1921, 157; Kretschmer 1924, 265;
Colvin 1999, 293; Willi 2010, 504.
Contesto di citazione Come avviene anche in questo caso, l’impiego di παίζω
ricorre neì.Y interpretamentum di numerose glosse di Esichio per indicare una
parola detta in maniera scherzosa: Hsch. a 7743 (cfr. Adesp.Com. fr. 287 K-A);
β 1273 (cfr. Cratin. fr. 103 K-A); β 1326 (cfr. Ar. fr. 303 K-A); γ 95 (cfr. Eup. fr.
439 K-A); δ 2157 (cfr. Adesp.Com. fr. *320 K-A); ε 2121 (cfr. Ar. P. 756); ε 2426
(cfr. Ar. fr. 813 K-A); ε 5953 (cfr. Ar. fr. 566 K-A); ε 6249 (cfr. Ar. Ach. 166);
κ 4380 (cfr. Cratin. fr. 352 K-A); μ 1371 (cfr. Pherecr. fr. 255 K-A); vd. anche
Iheodoridis 1990, 46.
Testo Bergk (1838, 313) proponeva di correggere la glossa di Esichio in
Δοκικώ e Δοκώ. Il nome Δοκικώ sarebbe l’appellativo scherzoso di Δοκώ, nome
proprio della madre di Iperbolo. Bergk fondava la correzione su Esichio a parti-
re dal testo di uno scolio alle Nuvole che leggeva nell’edizione di Dindorf (1822,
243; καί την μητέρα· την Ύπερβόλου, την δοκούσαν έν ταΐς Αρτοπώλισι) e
che aveva egli stesso corretto in καί την μητέρα· την Ύπερβόλου την Δοκώ
έν ταΐς Αρτοπώλισι (Bergk 1838, 311-312): l’annotazione scoliastica in questa
forma non figura nell’edizione di Holwerda, ma è probabilmente ripresa da
uno scolio aU’Aldina di Aristofane (f. 66r). La ricostruzione di Bergk suona, in
ogni caso, arbitraria e circolare e giustamente non è menzionata da Kassel-
Austin (1986, 568).
Interpretazione II verbo δοκικώ è una neoformazione comica ed è equiva-
lente a δοκώ. Un caso analogo è dato da άσπακάζομαι (Adesp.Com. fr. 287
K-A) al posto di άσπάζομαι. Entrambe le forme si costruiscono per l’aggiunta
di un infisso ipocoristico -κ- (Kretschmer 1924, 265). La parola δοκικώ è stata
descritta come un barbarismo (Lobeck 1843, 148; Schwyzer 1.644) e può dun-
que attestare un altro vocabolo di un parlante che non padroneggia il greco,
probabilmente lo stesso di Hermipp. fr. 10 K-A: per questa interpretazione
cfr. Meineke 1839a, 94; Kock 1880, 228; Peppler 1921, 157; Colvin 1999, 293;
Willi 2010, 504. Sul problema della assegnazione dei barbarismi alla madre
di Iperbolo o a Iperbole in persona cfr. Hermipp. fr. 10 K-A, Interpretazione.
Ma c’è almeno un’altra possibilità: la parola δοκικώ può essere interpretata
come una neoformazione verbale da δοκώ, prodotta su analogia degli aggettivi
in -ικός e impiegata a fini umoristici. Si può immaginare che, al termine di
una lista di aggettivi in -ικός (cfr. Ar. Eq. 1378-1381), la parola δοκικώ sia
stata pronunciata per riprendere (e canzonare) il ricorso a questi aggettivi.
Sull’impiego del suffisso -ικός in chiave umoristica cfr. Peppler 1910, 428-444;
Dover 1968, ad Ar. Nu. 318; Willi 2010, 485.
 
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