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Κέρκωπες (fr. 41)

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Contesto di citazione La fonte discute di acqua fredda e metodi di raffred-
damento e conservazione dell’acqua (Ath. 3.123e-125a).
Testo II frammento di Ermippo è molto probabilmente in lacuna (recte Kaibel
1887a, 282). In Ateneo, l’avverbio ούτως è di solito impiegato per introdurre
le citazioni: cfr. Ath. 3.86c-d των στραβήλων μνημονεύει καί Σοφοκλής έν
Καμικοΐς ούτως-... (S. fr. 324 Radt). Ma non mancano casi in cui ούτως riprende
un termine precedentemente espresso, senza motivo di ipotizzare una lacuna:
cfr. Ath. 3.92e οστρεια δέ μόνως ούτως ελεγον οί αρχαίοι, 3.114b δράμικες δε
καί άραξις παρ’ Αθαμάσιν άρτοι τινές ούτως καλούνται. Tuttavia, a differenza
dei due passi appena citati, l’avverbio è in questo caso molto distante dal
verbo e, inoltre, quando si tratta di citazioni poetiche, è logico attendersi la
citazione della pericope testuale: cfr. dei casi analoghi di lacuna in Ath. 4.171b
παροψωνεΐν δ’ εφη Κρατΐνος έν Κλεοβουλίναις (Cratin. fr. 99 Κ-Α) ούτως ζ..\
9.384e. Sulla questione cfr. anche l’analisi approfondita di Orth (2013, ad Ale.
Com. fr. 9 K-A, Zitatkontext), che però rimane più cauto sulla possibilità di
stabilire con certezza la lacuna in simili casi.
Interpretazione L’aggettivo φρεατιαΐος ricorre anche in Arist. Mete. 353b 26;
Thphr. CP 2.6.3. La morfologia dell’aggettivo sembra indicare che il termine
derivi da φρεάτιά “cisterna” per inserzione del suffisso -αιος: cfr. il caso di
άνεμιαΐος “vuoto” da άνεμία (Chantraine 1933, 46).
L’acqua del pozzo è gelida e per questo motivo è mescolata col vino (Strati,
fr. 60 K-A) per raffreddarlo o è bevuta pura per dissetarsi (Alex. fr. 184 K-A).

fr. 41 K-A (40 Kock)
Antiatt. δ 12
δ ι oc λ έ γ ε ι ν · άντί τού διαλέγεσθαι. Έρμιππος έν Κέρκωψιν. διάλεγμα.
d i a l e g e i n (conversare): in luogo di dialegesthai. Ermippo nei Kerkòpes. dialegma.
Bibliografia Willi 2010, 504; Valente 2015, 144.
Contesto di citazione Per questo genere di glosse dell’Antiatticista che osser-
vano l’oscillazione della diatesi di un verbo, cfr. anche Antiatt. ε 59, μ 9-10, π 11.
La presenza del sostantivo διάλεγμα alla fine della glossa non sembra
riconducibile a un nuovo lemma, ma è da considerare appartenente a διαλέγειν
per ragioni di interpunzione: il sostantivo è preceduto da un punto e non da
un dicolon (Valente 2015, 144). Non è chiaro però se il sostantivo sia stato
impiegato da Ermippo oppure no.
 
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