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Hermippos

ó πωλών τάνδράποδ’ I mercanti di schiavi (άνδραποδισταί) sono ge-
neralmente dei Tessali (Ar. PI. 519-521) e, infatti, a Pegase è situato uno scalo
importante per il commercio degli schiavi (Hermipp. fr. 63.19 K-A). Per il
valore di πωλέω “cerco di vendere” vd. la bibliografìa citata in Pellegrino 2013,
udNicopho fr. 10 K-A. Per la possibile identificazione di questo personaggio
con un Mercante di schiavi in una scena di disturbo successiva alla parabasi
cfr. supra, Interpretazione.
τάνδράποδ’ La scriptiopiena della parola in alcune fonti (Ep.Hom. π 142;
Eust. in II. p. 586.33 (= 2.158.4 van der Valk)) sembra spiegarsi per la corri-
spondenza col cambio di battuta: cfr. supra, Testo. Il nome άνδράποδον “di cui
solo i piedi sono umani” è modellato su τετράποδον (EDG s. v. άνδράποδον) e
indica lo “schiavo” in termini di merce, come indica la ricorrenza del termine
nelle liste di oggetti e animali in Hermipp. fr. 63.18 K-A; Alc.Com. fr. 14 K-A
con Orth 2013, ad l.; vd. ancora Fisher 1993, 6-7; Gray 2007, ad [X.] Ath. 1.11.
-ποδ’; (B.) δδ’ Il quarto longum del trimetro è separato in occorrenza di
elisione e di αντιλαβή: cfr. West 1982, 89-90 con n. 44; Martinelli 1997, 107.
δδ’ έγώ πάρα “eccomi qui”. Cfr. la risposta di Ar. Ach. 129 ούτοσί πάρα,
δδ’ έγώ Per il nesso tra έγώ e il dimostrativo δδε cfr. II. 19.140, Od. 22.367;
A. Pers. 931; Ar. Ach. 313, 911. Una risposta affermativa può anche prevedere
solo il pronome personale soggetto (Ar. Ach. 46 έγώ) oppure il dimostrativo
(Ar. Ach. 134 όδί).
πάρα Questo utilizzo di πάρα non è spiegabile come un’omissione di είμί
(pace Sachtschal 1908, 38; Kassel-Austin 1986, 586; per l’omissione di είμί cfr.
Ar. Eq. 343; Denniston 1939, adE. El. 37) e probabilmente nemmeno come una
tmesi di παρά (come in II. 3.440 πάρα γάρ θεοί είσι καί ήμΐν; per i casi di tmesi
nei trimetri in commedia cfr. Dunbar 1995, ad Ar. Av. 1506; Willi 2003, 250). Si
tratta, al contrario, di una preposizione impiegata in sostituzione di un verbo:
cfr. supra, Contesto di citazione. In questo passo di Ermippo e in Gratin, fr. 113
K-A la preposizione πάρα è utilizzata per la prima persona singolare, mentre
di solito la forma πάρα è utilizzata per la terza persona singolare (Ar. Ach.
129, V. 316b) o plurale (Ar. Ach. 862, 1091). In riferimento alla terza persona
sono analogamente attribuite le preposizioni μέτα, έπι e ένι (Schwyzer 2.423).
Un caso di utilizzo di una preposizione per un verbo che non è concordato
alla terza persona può essere offerto da ava per άνάστηθι “alzati” (S. Aj. 192;
E. Ale. 276, Tr. 98).
 
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