Στρατιώται/Στρατιώτιδες (fr. 54)
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των... τών... Sono dei genitivi partitivi in dipendenza da un verbo come
τρώγω: cfr. supra, Interpretazione; per i casi di έσθίω, παρεσθίω e παρατρώγω
che reggono il genitivo partitivo in Aristofane vd. Poultney 1936, 78-80.
φιβάλεων... κοράκεων Per altre simili denominazioni di fichi apparte-
nenti alla seconda declinazione attica cfr. δαμαρίππεως (Eup. fr. 443 K-A con
Olson 2014, ad l.), λευκερίνεως (Hermipp. fr. 2 West).
τών φιβάλεων scil. τών συκών φιβάλεων. L’attributo φιβάλεως può
essere assegnato a fichi (Ar. Ach. 802; Pherecr. fr. 85.2 K-A) o a rami di mirto
(Apolloph. fr. 5.4 K-A), ma il suo significato è incerto: l’ipotesi dell’origine del
nome dal toponimo Fibali da localizzare in Megaride o in Attica (schol. vet.-Tr.
Ar. Ach. 802a.I) è giustamente sospettata come un autoschediasmo dello scolio
(Olson 2002, ad Ar. Ach. 801-803). I fichi fibalici si possono masticare secchi
(Ar. Ach. 802) e la consumazione in grandi quantità d’estate a mezzogiorno
può essere mortale (Pherecr. fr. 85.2-3 K-A).
μάλιστ’ Non sembra indicare una preferenza tra le due alternative ma
una preferenza generica delle due alternative rispetto a un altro termine di
riferimento, cfr. supra, Testo.
άν II collocamento della particella modale consente di fare delle valuta-
zioni sulla sintassi della frase, cfr. supra, Interpretazione.
τών κοράκεων scil. τών συκών κοράκεων. Per l’accentazione della
forma cfr. supra, Testo. Un fico κοράκεως è un fico dal colore nero e il suo
nome deriva da κόραξ “corvo”: cfr. il tipo di pesce κορακΐνος così detto per
il colore nero (Epich. fr. 41.1 K-A κορακίνοί τε κοριοειδέες “e coracini neri
come una pupilla”; Ar. fr. 550 K-A μελανοπτερύγων κορακίνων “coracini dalle
nere ali”). La differenza tra un fico κοράκεως e un fico κορώνεως (da κορώνη
“cornacchia”; cfr. Ar. P. 628-629 έπεί τοι την κορώνεών γέ μου | έξέκοψαν ήν
έγώ ’φύτευσα κάξεθρεψάμην, Poli. 6.81) è diffìcile da determinare poiché in
entrambi i casi il nome fa riferimento al colore scuro della buccia del fico:
probabilmente i due termini sono utilizzati come sinonimi, anche se in Ar. P.
628-629 si tratta della pianta, mentre in questo caso si tratta del frutto. La
consumazione dei fichi neri secchi è il tema del dialogo di Pherecr. fr. 74 K-A.
fr. 54 K-A (54 Kock)
(A) ώρα τοίνυν μετ’ έμου χωρεΐν τον κωπητήρα λαβόντα
καί προσκεφάλαιον, ϊν’ εις τήν ναΰν έμπηδήσας ροθιάζης.
(Β) άλλ’ ού δέομαι πανικτόν έχων τον πρωκτόν
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των... τών... Sono dei genitivi partitivi in dipendenza da un verbo come
τρώγω: cfr. supra, Interpretazione; per i casi di έσθίω, παρεσθίω e παρατρώγω
che reggono il genitivo partitivo in Aristofane vd. Poultney 1936, 78-80.
φιβάλεων... κοράκεων Per altre simili denominazioni di fichi apparte-
nenti alla seconda declinazione attica cfr. δαμαρίππεως (Eup. fr. 443 K-A con
Olson 2014, ad l.), λευκερίνεως (Hermipp. fr. 2 West).
τών φιβάλεων scil. τών συκών φιβάλεων. L’attributo φιβάλεως può
essere assegnato a fichi (Ar. Ach. 802; Pherecr. fr. 85.2 K-A) o a rami di mirto
(Apolloph. fr. 5.4 K-A), ma il suo significato è incerto: l’ipotesi dell’origine del
nome dal toponimo Fibali da localizzare in Megaride o in Attica (schol. vet.-Tr.
Ar. Ach. 802a.I) è giustamente sospettata come un autoschediasmo dello scolio
(Olson 2002, ad Ar. Ach. 801-803). I fichi fibalici si possono masticare secchi
(Ar. Ach. 802) e la consumazione in grandi quantità d’estate a mezzogiorno
può essere mortale (Pherecr. fr. 85.2-3 K-A).
μάλιστ’ Non sembra indicare una preferenza tra le due alternative ma
una preferenza generica delle due alternative rispetto a un altro termine di
riferimento, cfr. supra, Testo.
άν II collocamento della particella modale consente di fare delle valuta-
zioni sulla sintassi della frase, cfr. supra, Interpretazione.
τών κοράκεων scil. τών συκών κοράκεων. Per l’accentazione della
forma cfr. supra, Testo. Un fico κοράκεως è un fico dal colore nero e il suo
nome deriva da κόραξ “corvo”: cfr. il tipo di pesce κορακΐνος così detto per
il colore nero (Epich. fr. 41.1 K-A κορακίνοί τε κοριοειδέες “e coracini neri
come una pupilla”; Ar. fr. 550 K-A μελανοπτερύγων κορακίνων “coracini dalle
nere ali”). La differenza tra un fico κοράκεως e un fico κορώνεως (da κορώνη
“cornacchia”; cfr. Ar. P. 628-629 έπεί τοι την κορώνεών γέ μου | έξέκοψαν ήν
έγώ ’φύτευσα κάξεθρεψάμην, Poli. 6.81) è diffìcile da determinare poiché in
entrambi i casi il nome fa riferimento al colore scuro della buccia del fico:
probabilmente i due termini sono utilizzati come sinonimi, anche se in Ar. P.
628-629 si tratta della pianta, mentre in questo caso si tratta del frutto. La
consumazione dei fichi neri secchi è il tema del dialogo di Pherecr. fr. 74 K-A.
fr. 54 K-A (54 Kock)
(A) ώρα τοίνυν μετ’ έμου χωρεΐν τον κωπητήρα λαβόντα
καί προσκεφάλαιον, ϊν’ εις τήν ναΰν έμπηδήσας ροθιάζης.
(Β) άλλ’ ού δέομαι πανικτόν έχων τον πρωκτόν