Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
222

Hermippos

τάς πυγάς (schol. Th. 2.93.2 (= p. 157.22-23 Hude); Suid. u 415). Cfr. anche
Morrison-Coates-Rankov 2000, 135.
I προσκεφάλαια sono realizzati in lino (Ar. fr. 18.2 K-A), lana o cuoio
(Poli. 10.40) e la varietà cartaginese è variopinta (Hermipp. fr. 63.23 K-A);
sono generalmente impiegati a letto (Ar. Lys. 926) o sulle κλϊναι in occasione
dei simposi (Ar. Ach. 1090, V. 676; Mnesim. fr. 7.7 K-A; Eub. fr. 119.3 K-A) ma
anche sui sedili del teatro (Thphr. Char. 2.11) o sulle sedie (PI. Rp. 1.328c): cfr.
Pritchett-Pippin 1956, 253-254.
ίν’... έμπηδήσας La subordinata finale con 'iva è quella più attestata in
Aristofane, mentre in tragedia è impiegato prevalentemente ώς: cfr. Willi 2003,
265.
εις την ναόν έμπηδήσας Costruzioni simili ricorrono nella descrizione
di scene concitate e di assalti improvvisi (D.S. 18.72.6; Piu. Mul.virt. 247d) e
denota in questo caso una certa urgenza da parte di chi parla, forse dovuta
alla necessità di rispondere a un attacco nemico o di organizzare un assalto
improvviso.
ροθιάζης II termine ρόθιον indica il “rumore della nave a remo” (Ar. Eq.
546; E. Cyc. 17) e ροθιάζω è la corrispettiva formazione verbale onomatopeica
(Tichy 1983, 159-160), che è altrove attestata in commedia anche in riferi-
mento a navi (Ar. fr. 86 K-A) e marinai (Ar. fr. 85 K-A): su ροθιάζω cfr. anche
Olson 2002, ad Ar. Ach. 807-808.
3 άλλ’ ού δέομαι “ma non (ne) ho bisogno”. Ci si riferisce apparente-
mente al cuscino (προσκεφάλαιον), che è sottinteso oppure in lacuna dopo
πρωκτόν: per il senso e la sintassi della frase cfr. supra, Testo v. 3.
πανικτόν έχων τόν πρωκτόν Per un’espressione simile cfr. Cratin. fr.
339 K-A δασύν έχων τόν πρωκτόν άτε κυρήβι’ έσθίων “con il culo peloso in
quanto mangiatore di crusca”. Il termine πρωκτός (Henderson 1991, §449) è
lessico volgare che indica propriamente l’“ano”. Come avviene in questo caso,
questo sostantivo è spesso riferito a uomini in commedia (Henderson 1991,
§§204, 449) a differenza del termine πυγή riferito indistintamente a donne
e uomini (Henderson 1991, §450) e che indica più generalmente il “sedere”.
πανικτόν II termine πανικτόν è un hapax che non presenta altre attesta-
zioni o raffronti diretti in greco, tuttavia si può affermare che: (1) il significato
è certamente quello di “foruncoloso”, “con ascessi” come mostra il raffronto
con il latino panus (rette Meineke 1839b, 404): cfr. Afran. com. 218 Ribbeck
inguen plemen papulam panum tympanum “ingrossamento, rigonfiamento,
pustola, ascesso, tamburo”; Nov. com. 64-65 Ribbeck qui me miserum miserio-
rem reddidit quam panus puerum “(lui) che mi ha reso infelice tra gli infelici
più di quanto un ascesso (scil. renda infelice) un ragazzo”; Cels. 5.28.10; Plin.
Nat. 20.4. (2) Il termine è da accostare etimologicamente alla famiglia di πήνη
 
Annotationen
© Heidelberger Akademie der Wissenschaften