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Στρατιώται/Στρατιώτιδες (fr. 57)

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(c) Ci sono due rese possibili per i sintagmi άπό σώματος e προς οψιν, ma
entrambe non sono completamente soddisfacenti per motivi diversi. (1) “Le
cose (scil. che vengono) dal corpo | stanno bene alla vista”. Il parallelo guida
per questa resa è PI. Chrm. 157a εί μέλλει καί τά τής κεφαλής καί τα τού
άλλου σώματος καλώς έχειν, mentre προς (τήν) οψιν “alla vista” è attestato
ad es. in Lue. Philops. 27. Ma l’impiego di άπό con genitivo è problematico: ci
si attende di leggere il genitivo semplice σώματος dipendente da τά (PI. Rp.
2.375b τά μέν τοίνυν τού σώματος οίον δει τον φύλακα είναι, 5.455b, 7.535c),
mentre Timpiego del sintagma preposizionale prevedrebbe un participio, che è
assente dal testo. (2) “Le cose dal corpo | al viso stanno bene”. Con questa resa,
όψις “viso” (E. Med. 905; Lys. 16.19) e σώμα sono impiegati come due aspetti
distintivi della descrizione fisica, cfr. D.S. 19.5.2 έξελέξατο τον έαυτώ μάλιστα
έοικότα καί κατά τό μέγεθος τού σώματος καί κατά τήν οψιν e vd. anche
D.Chr. 33.18 μηδ’ έν σώματος μεγέθει καί κόμη τίθεσθαι τό τού στρατηγού
όφελος, a proposito di Archil. fr. 114 West. In questo caso, προς οψιν può
essere riferito a κόμη τε νεανική (v. 5), mentre άπό σώματος può essere riferito
a σφρίγει τε βραχιόνων (v. 6). La relazione tra i due termini è costruita per
mezzo del nesso άπό... πρός. Questo nesso è impiegato di solito nella descri-
zione di coordinate geografiche (Hdt. 2.8.1) o di movimenti da uno spazio a
un altro (Ih. 7.69.4) o anche in senso figurato (PI. Phdr. 265c) ed è attestato
un utilizzo anche nelle descrizioni anatomiche (Hp. Fract. 3 = 3.426 Littré τά
νεύρα τά άπό τού καρπού πρός τού βραχίονας τά άκρα τείνοντα, 22 = 3.490
Littré ό σωλήν, ό περιέχων πρός τον πόδα άπό τού ισχίου). L’ultimo impiego
in descrizioni anatomiche è quello che può essere accostato aH’utilizzo della
correlazione άπό σώματος e πρός δψιν in questo passo. Tuttavia, un participio
dipendente dal neutro plurale è necessario: il nesso άπό... πρός “da... a” senza
participio resta l’aspetto più problematico di questa resa.
In ogni caso, non porta a nessun risultato l’idea di άπό σώματος come
corruttela da άπ’ όμμάτων, che sarebbe poi stato glossato come πρός οψιν
(paceKock 1880, 241-242; Kaibel ms. ap. Kassel-Austin 1986, 588); e non sem-
bra tantomeno necessario espungere άπό σώματος (pace Meineke 1867, 240).
v. 7. Il cambio di battuta a inizio verso (Daléchamps 1583, 390) non è ne-
cessario (recte Harvey 2000b, 283 n. 9) perché non può essere argomentato in
maniera positiva: Γasindeto non è un motivo valido e non lo è nemmeno il
cambio di persona, cfr. l’inizio del discorso di Poseidone in Ar. Av. 1565-1567
τό μέν πόλισμα τής Νεφελοκοκκυγίας | όράν τοδί πάρεστιν, οί πρεσβεύομεν.
| ούτος, τί δράς; έπαρίστερ’ ούτως άμπέχει;. Il passo degli Uccelli di Aristofane
è un parallelo esatto per la struttura μέν incettivo seguito da asindeto nella
frase successiva, in coincidenza con il cambio di soggetto aH’interno della
stessa battuta.
 
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