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66

Frammenti

fr. 21 (13 K.)

Test.: Ath. 6.270a.

νειφέτω μέν άλφίτοις,
ψακαζέτω δ’ άρτοισιν, ύέτω δ’ έτνει,
ζωμός διά των οδών κυλινδείτω κρέα,
πλακοϋς εαυτόν έσθίειν κελευέτω
Cada a fiocchi farina d’orzo, scendano a gocce pezzi di pane, piova purea,
il brodo faccia rotolare per le strade ritagli di carne, la focaccia ordini che
la si mangi.

Metro: Trimetri giambici.
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Del fr. 21 K.-A., in cui, come si è detto (cf, supra, p. 61 e n. 54), la rappresen-
tazione del paese di Cuccagna è connotata da una variante sintattico-stilistica
(l’uso dell’imperativo), risulta problematica l’identificazione del personaggio
parlante; ma particolarmente suggestive rimangono le ipotesi formulate, sia
pure molto cautamente, da Hoffmann: a) i versi sarebbero stati pronunciati
dalle Sirene per ammaliare Odisseo; b) l’eroe preferirebbe la sua Itaca a qua-
lunque tipo di ricchezza61. La seconda di queste ipotesi è accolta da Ceccarelli
1996,128-129, la quale ha individuato nel frammento di Nicofonte un esplicito

«Portasse, id quod incertissimum esse ipsi confitemur, Sirenes haec Ulixi promit-
tentes finguntur; aut Ulixis verba sunt miseram patriam se omnibus divitiis tamen
praelaturum esse gloriantis» (Hoffmann 1910, 23; e cf. Rimedio 2001, 640 n. 8);
Farioli 2001,129-132 ritiene invece che nelle pericolose figure femminili il pubblico
nicofonteo riconoscesse un legame con le divinità ctonie (ipotizzando, dunque,
che la commedia fosse ambientata nell’Ade, al pari dei Minatori di Ferecrate e dei
Friggitori di Aristofane), ovvero che vi fosse un’associazione tra sirenes e meretrices
(pervenendo, quindi, alla conclusione che vi fosse un allettamento anche erotico da
parte di queste terribili creature); Rothwell 2007, 91 annovera di contro le Sirene di
Nicofonte tra le opere teatrali il cui titolo si richiama alla composizione di Cori di
«hybrid creatures».
 
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