Σειρήνες
(Sirene)
Secondo Ateneo (6.270a) il δράμα rimase άδίδακτον52. In base al titolo, che
è comune a quello di commedie di Epicarmo e di Teopompo53, sembra lecito
supporre -con Schmidt 1888, 380-381 e Phillips 1959, 65-66- che Nicofonte
avesse parodiato il noto episodio omerico relativo alle avventure di Odisseo
con le Sirene (cf. Od. 12.39-54, 153-200). È altresì possibile ipotizzare che
siano contigui i frr. 21 e 22 K.-A.: nel fr. 21 K.-A., in cui la rappresentazione
del paese di Cuccagna è connotata da una variante sintattico-stilistica (l’uso
dell’imperativo)54, già Bergk 1838, 425-426 individuò relazioni contenutistiche
52 Sui problemi esegetici di diffìcile soluzione posti da questa testimonianza cf., supra,
pp. 17-19.
53 Si tratta anche in questo caso di testi a noi noti in modo estremamente lacunoso:
delle Sirene di Epicarmo sono conservati due soli frammenti (frr. *121-122 K.-A.) per
un totale di nove versi, mentre della commedia di Teopompo conosciamo cinque
versi appartenenti a quattro frammenti (51-54 K.-A.). Sui frammenti di Epicarmo
e i rapporti tra le Sirene del poeta dorico e le omonime opere dei commediografi
attici cf., ex. gr, Kerkhof 2001, 121-123, 161-162; Lanza 2001, 162; Bellocchi 2008,
268-269. Sul contenuto mitologico delle Sirene di Teopompo cf. Sanchis Llopis 2002,
118-120; Storey 2011, III, 343.
54 «Noti sunt colores; at haesitamus in forma imperativa» (Hoffmann 1910, 23). La
novità sintattica rappresentata dall’uso deU’imperativo è ora posta in rilievo da
Melerò Bellido 2004, 159, secondo il quale il ritmo del fr. 21 K.-A., fortemente
scandito daU’omoteleuto dei verbi, i primi tre dei quali (νειφέτω, v. 1; ψακαζέτω
e ύέτω, v. 2) sono pertinenti all’ambito delle perturbazioni meteorologiche, ben si
inquadrerebbe nell’ambito della tradizione dei canti popolari e infantili dell’area
mediterranea: «Nicofonte pudo adaptar para la ocasión -fueran las Sirenas, o no,
quienes interpretaran el canto- una canción infantil del tipo de nuestra conocida:
“Que llueva, que llueva,/La Virgen de la cueva;/Los pajaritos cantan,/Las nubes se
levantan;/Que si, que no;/Que caiga un chaparrón/Con azùcar y turrón”. Canción
que combina también la petición de lluvia con la gastronomia: un tipo de canción
popular asociada a la fertilidad derivada de la lluvia y el gozo que la misma produce,
en los paises mediterràneos, asi corno las perspectivas de abundancia futura. De
ser cierta nuestra hipótesis, la construcción utopica echaria mano aqui de formas
populares o incluso infantiles de expresión». Non meno suggestiva mi pare
l’ipotesi, prospettatami per lettera da Christian Orth, che si tratti di una parodia di
ordini che, usualmente rivolti ai servi comici (cf., ex. gr., φερέτω in Ar. Av. 464,1311,
1325, 1580, Lys. 199; ulteriori occorrenze in Dunbar 1995, 322), nello straordinario
contesto di opulenza rappresentato nei frr. 21-22 K.-A., sarebbero stati indirizzati
direttamente alle squisite cibarie.
(Sirene)
Secondo Ateneo (6.270a) il δράμα rimase άδίδακτον52. In base al titolo, che
è comune a quello di commedie di Epicarmo e di Teopompo53, sembra lecito
supporre -con Schmidt 1888, 380-381 e Phillips 1959, 65-66- che Nicofonte
avesse parodiato il noto episodio omerico relativo alle avventure di Odisseo
con le Sirene (cf. Od. 12.39-54, 153-200). È altresì possibile ipotizzare che
siano contigui i frr. 21 e 22 K.-A.: nel fr. 21 K.-A., in cui la rappresentazione
del paese di Cuccagna è connotata da una variante sintattico-stilistica (l’uso
dell’imperativo)54, già Bergk 1838, 425-426 individuò relazioni contenutistiche
52 Sui problemi esegetici di diffìcile soluzione posti da questa testimonianza cf., supra,
pp. 17-19.
53 Si tratta anche in questo caso di testi a noi noti in modo estremamente lacunoso:
delle Sirene di Epicarmo sono conservati due soli frammenti (frr. *121-122 K.-A.) per
un totale di nove versi, mentre della commedia di Teopompo conosciamo cinque
versi appartenenti a quattro frammenti (51-54 K.-A.). Sui frammenti di Epicarmo
e i rapporti tra le Sirene del poeta dorico e le omonime opere dei commediografi
attici cf., ex. gr, Kerkhof 2001, 121-123, 161-162; Lanza 2001, 162; Bellocchi 2008,
268-269. Sul contenuto mitologico delle Sirene di Teopompo cf. Sanchis Llopis 2002,
118-120; Storey 2011, III, 343.
54 «Noti sunt colores; at haesitamus in forma imperativa» (Hoffmann 1910, 23). La
novità sintattica rappresentata dall’uso deU’imperativo è ora posta in rilievo da
Melerò Bellido 2004, 159, secondo il quale il ritmo del fr. 21 K.-A., fortemente
scandito daU’omoteleuto dei verbi, i primi tre dei quali (νειφέτω, v. 1; ψακαζέτω
e ύέτω, v. 2) sono pertinenti all’ambito delle perturbazioni meteorologiche, ben si
inquadrerebbe nell’ambito della tradizione dei canti popolari e infantili dell’area
mediterranea: «Nicofonte pudo adaptar para la ocasión -fueran las Sirenas, o no,
quienes interpretaran el canto- una canción infantil del tipo de nuestra conocida:
“Que llueva, que llueva,/La Virgen de la cueva;/Los pajaritos cantan,/Las nubes se
levantan;/Que si, que no;/Que caiga un chaparrón/Con azùcar y turrón”. Canción
que combina también la petición de lluvia con la gastronomia: un tipo de canción
popular asociada a la fertilidad derivada de la lluvia y el gozo que la misma produce,
en los paises mediterràneos, asi corno las perspectivas de abundancia futura. De
ser cierta nuestra hipótesis, la construcción utopica echaria mano aqui de formas
populares o incluso infantiles de expresión». Non meno suggestiva mi pare
l’ipotesi, prospettatami per lettera da Christian Orth, che si tratti di una parodia di
ordini che, usualmente rivolti ai servi comici (cf., ex. gr., φερέτω in Ar. Av. 464,1311,
1325, 1580, Lys. 199; ulteriori occorrenze in Dunbar 1995, 322), nello straordinario
contesto di opulenza rappresentato nei frr. 21-22 K.-A., sarebbero stati indirizzati
direttamente alle squisite cibarie.