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Incertarum fabularum fragmenta
(Frammenti anepigrafi)

fr. *23 (22 K.)

Test.: Poli. 3.18.
νυνί δέ Κρόνου καί Τιθωνοϋ παππεπίπαππος νενόμισται
Ora invece è stato ritenuto padre del nonno del nonno di Crono e di Titono.
Metro: Tetrametro anapestico catalettico.

È incerto se il frammento appartenga a Nicofonte ovvero a Filonide (fr. 17
K.-A.), ché la tradizione del testimone (Polluce 3.18) appare «schwankende»
(Schmid 1946, 166 n. 6)66. Crono e Titono sono tradizionalmente considerati
un simbolo di άρχαιότης: nel linguaggio della commedia, Κρόνος -il mitico
dio legato alla remota, felice età dell’oro (cf, ad es., Burkert 1993, 12-13)- sta
infatti per “vecchio bacucco” in Aristofane (Nu. 929; V. 1480; Av. 469) e in
un frammento adespoto (fr. *676 K.-A.); il medesimo significato assumono
anche Κρονικός (Ar. Pi. 581; Alex. fr. 63.2 K.-A.), Κρόνιππος (Ar. Nu. 1070),
κρονοδαίμων (Com.Adesp. fr. 610 K.-A.) e κρονόληρος (Com.Adesp. fr. 751 K.-
A.): vd. Taillardat 1965, 261-262; Turato 1979,117-118; e Menu 1997,137-13867.
Quanto poi alla vecchiaia di Titono (giovane bellissimo di cui si invaghì Aurora

66 Tra i testimoni di Polluce (3.18), i manoscritti FS ascrivono il frammento a Nicofonte;
il codice A a Filonide. Kassel-Austin stampano il frammento sia tra gli anepigrafi
nicofontei (fr. *23, in PCG VII, 72), sia come dubium filonideo (fr. 17, in PCG VII,
369). Non diversamente, Storey 2011 lo attribuisce sia agli unassigned fragments di
Nicofonte (fr. 23, in II, 408-409), sia come disputed fragment di Filonide (fr. 17, in
III, 16-17).
67 Diverso sembrerebbe, di contro, il significato di πρεσβυγενής, riferito a C(h)ronos
nei Chironi di Gratino (fr. 258.1-2 K.-A.), forse allusivo non all’assoluta vetustà del
dio, ma alla sua “maggiore anzianità” rispetto a quella di altri membri (il Coro dei
Chironi) appartenenti al suo stesso genos (cf. Di Marco 2005, 202-203, cui si rinvia
anche per un’aggiornata discussione sulla controversa lettura di Χρόνος ovvero
Κρόνος al v. 2; e cf. anche Di Marco 2006, 94-95).
 
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