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Hermippos
considerazione: due spie di lessico della tragedia sono date dal sostantivo
ύφασμα e dalle attestazioni dell’aggettivo σπαθητός e composti in tragedia.
Per Hermipp. fr. 5b K-A, la resa più plausibile10 al verso recita: “(una
brezza, αϋρα) che attraversa sottili pepli carichi di fiori” (Meineke 1839b, 381).
Il verbo διαψαίρω ha lo stesso significato e lo stesso soggetto che si legge in
Ar. Av. 1717 δ’ αύραι διαψαίρουσι πλεκτάνην καπνού “e le brezze attraversano
la spira di fumo”. I pepli carichi di fiori sono quelli delle Ore come mostra il
parallelo di Cali. Ap. 80-82 σεΐο δε βωμοί | άνθεα μεν φορέουσιν έν εϊαρι τόσσα
περ Ώραι | ποικίλ’ άγινεύσι ζέφυρου πνείοντος έέρσην “i tuoi altari | sono ca-
richi di fiori in primavera, quanti variopinti le Ore | portano al soffio rugiadoso
di zefiro”, e cfr. Cypr. fr. 4.3 Bernabé. Il parallelo di Callimaco attesta anche la
presenza di zefiro che accompagna fazione delle Ore e rende la possibilità di
sottintendere αϋρα come soggetto di διαψαίρω ancora più probabile.
In conclusione, Hermipp. fr. 5a K-A sembra descrivere la realizzazione
di un peplo policromo da parte delle Ore probabilmente per Atena, mentre
Hermipp. fr. 5b K-A sembra descrivere i pepli delle Ore carichi di fiori e
attraversati da una brezza, mentre le Ore sono evidentemente in movimento,
forse in processione. Il metro in tetrametri giambici e il contenuto descrittivo
rendono possibile il collocamento dei due versi nella parodo o nell’agone della
commedia, anche se naturalmente non è dato sapere quale sia la distanza che
intercorre tra Hermipp. fr. 5a K-A e Hermipp. fr. 5b K-A: cfr. supra, Testo.
La persona loquensè incerta, ma nulla impedisce l’attribuzione al Coro della
commedia, forse composto dalle Ore (cfr. Hermipp. Athènas gonai, Contenuto):
il Coro può, infatti, nominare sé stesso sulla scena, come dimostra il caso delle
Erinni in A. Eu. 331.
a. καιροσπάθητον “battuto nel filo”. Il termine è un hapax composto
da καιρός “filo” (cfr. Od. 7.107 καιρουσσέων δ’ όθονέων “di tessuti (di lana
o lino) ben serrati”) e σπαθητός “battuto” (A. fr. 365 Radt), aggettivo ver-
10 Altrimenti: “(una donna) gratta pepli leggeri, carichi di fiocchi di lana” (Borthwick
1976, 3-4). Il passo descriverebbe allora un’operazione di estrazione dei fiocchi dal
filo di lana come in Philyll. fr. 21 K-A. Questa interpretazione diverge da quella
proposta su due punti: l’interpretazione di διαψαίρω come “gratto”, cfr. Opp. Hai.
2.115 όρνιθες, λάχνην δέ διαψαίρουσι πόδεσσιν, e quella di άνθέων come “fiocchi
di lana”. Quest’ultima accezione di άνθος è dubbia e l’unico passo che sembra atte-
stare un significato simile con relativa chiarezza è Philostr. Im. 2.28.1. In ogni caso,
l’interpretazione non funziona per una ragione tecnica: la lana si pulisce al momento
della cardatura, vale a dire prima del montaggio sul telaio e non successivamente,
come invece appare evidente daU’utilizzo di πέπλους, che indicherebbe invece un
prodotto finito. A un’interpretazione analoga pensa Kaibel (ms. ap. Kassel-Austin
1986, 565), che immagina una donna διακαθαίρουσα πέπλους “che pulisce i pepli”.
Hermippos
considerazione: due spie di lessico della tragedia sono date dal sostantivo
ύφασμα e dalle attestazioni dell’aggettivo σπαθητός e composti in tragedia.
Per Hermipp. fr. 5b K-A, la resa più plausibile10 al verso recita: “(una
brezza, αϋρα) che attraversa sottili pepli carichi di fiori” (Meineke 1839b, 381).
Il verbo διαψαίρω ha lo stesso significato e lo stesso soggetto che si legge in
Ar. Av. 1717 δ’ αύραι διαψαίρουσι πλεκτάνην καπνού “e le brezze attraversano
la spira di fumo”. I pepli carichi di fiori sono quelli delle Ore come mostra il
parallelo di Cali. Ap. 80-82 σεΐο δε βωμοί | άνθεα μεν φορέουσιν έν εϊαρι τόσσα
περ Ώραι | ποικίλ’ άγινεύσι ζέφυρου πνείοντος έέρσην “i tuoi altari | sono ca-
richi di fiori in primavera, quanti variopinti le Ore | portano al soffio rugiadoso
di zefiro”, e cfr. Cypr. fr. 4.3 Bernabé. Il parallelo di Callimaco attesta anche la
presenza di zefiro che accompagna fazione delle Ore e rende la possibilità di
sottintendere αϋρα come soggetto di διαψαίρω ancora più probabile.
In conclusione, Hermipp. fr. 5a K-A sembra descrivere la realizzazione
di un peplo policromo da parte delle Ore probabilmente per Atena, mentre
Hermipp. fr. 5b K-A sembra descrivere i pepli delle Ore carichi di fiori e
attraversati da una brezza, mentre le Ore sono evidentemente in movimento,
forse in processione. Il metro in tetrametri giambici e il contenuto descrittivo
rendono possibile il collocamento dei due versi nella parodo o nell’agone della
commedia, anche se naturalmente non è dato sapere quale sia la distanza che
intercorre tra Hermipp. fr. 5a K-A e Hermipp. fr. 5b K-A: cfr. supra, Testo.
La persona loquensè incerta, ma nulla impedisce l’attribuzione al Coro della
commedia, forse composto dalle Ore (cfr. Hermipp. Athènas gonai, Contenuto):
il Coro può, infatti, nominare sé stesso sulla scena, come dimostra il caso delle
Erinni in A. Eu. 331.
a. καιροσπάθητον “battuto nel filo”. Il termine è un hapax composto
da καιρός “filo” (cfr. Od. 7.107 καιρουσσέων δ’ όθονέων “di tessuti (di lana
o lino) ben serrati”) e σπαθητός “battuto” (A. fr. 365 Radt), aggettivo ver-
10 Altrimenti: “(una donna) gratta pepli leggeri, carichi di fiocchi di lana” (Borthwick
1976, 3-4). Il passo descriverebbe allora un’operazione di estrazione dei fiocchi dal
filo di lana come in Philyll. fr. 21 K-A. Questa interpretazione diverge da quella
proposta su due punti: l’interpretazione di διαψαίρω come “gratto”, cfr. Opp. Hai.
2.115 όρνιθες, λάχνην δέ διαψαίρουσι πόδεσσιν, e quella di άνθέων come “fiocchi
di lana”. Quest’ultima accezione di άνθος è dubbia e l’unico passo che sembra atte-
stare un significato simile con relativa chiarezza è Philostr. Im. 2.28.1. In ogni caso,
l’interpretazione non funziona per una ragione tecnica: la lana si pulisce al momento
della cardatura, vale a dire prima del montaggio sul telaio e non successivamente,
come invece appare evidente daU’utilizzo di πέπλους, che indicherebbe invece un
prodotto finito. A un’interpretazione analoga pensa Kaibel (ms. ap. Kassel-Austin
1986, 565), che immagina una donna διακαθαίρουσα πέπλους “che pulisce i pepli”.