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Hermippos

con un πρόσωπον scenico: si pensi al caso di Dionisoalessandro-Pericle nel
Dionysalexandros di Gratino o a Paflagone-Cleone nei Cavalieri di Aristofane.
Il testo, tuttavia, non stabilisce sempre un’identificazione completa tra Dioniso
e Pericle e la sovrapposizione delle due figure non è costante: l’apostrofe
del v. 1 βασιλεύ σατύρων si spiega in termini di differenza, perché Dioniso
dirige i satiri in battaglia (Hymn.Anon. GDRK fr. 56.19 Heitsch; Lue. Bacch.
1-4), mentre Pericle conduce gli Ateniesi alla guerra. Allo stesso modo, ai
vv. 5-6 l’immagine di Dioniso che batte i denti (βρύχεις) al rumore di un
coltello da cucina affilato a pugnale sulla cote (κάγχειριδίου δ’ άκόνη σκληρά
| παραθηγομένης... κοπίδος) non è spiegabile in termini allusivi ed è più fa-
cilmente riconducibile a un riferimento intradrammatico. Probabilmente si
tratta di un riferimento al fatto che Dioniso sia spaventato: cfr. Gratin, fr. 41
K-A ευθύς γάρ ήμώδεις άκούων των επών | τούς προσθίους όδόντας “subito
all’ascolto di quelle parole avevi un prurito | ai denti anteriori”, riferito a
Dioniso nel Dionysalexandros secondo parere concorde tra gli studiosi (cfr.
Olson 2007, 91; Storey 2011a, 286-287), anche se non è chiaro se nel frammento
di Gratino Dioniso batta i denti per l’eccitazione o per lo spavento (Bianchi
2016, ad Gratin, fr. 41 K-A, Interpretazione). Il motivo dello spavento può
riferirsi al fatto che qualcuno (Sileno?) stia affilando i coltelli da cucina come
armi: cfr. E. Cyc. 241-242 κοπίδας ώς τάχιστ’ ίών | θήξεις μαχαίρας “muoviti al
più presto, | affilerai i coltelli da cucina come spade”, detto dal Ciclope a Sileno.
La relazione tra Dioniso e Pericle in questo frammento non si spiega, quindi, in
termini di piena identificazione, ma piuttosto in termini di allusione, proprio
come avviene per la relazione tra Pericle e Dioniso nel Dionysalexandros di
Gratino: cfr. Bakola 2010, 203-205.
Il rapporto di allusione tra Pericle e Dioniso in questo frammento ha gene-
rato dei fraintendimenti: è stato spesso interpretato come un riferimento me-
tateatrale al Dionysalexandros di Gratino (Croiset 1904, 309-310; Wilamowitz
1904, 665; Kòrte 1911, 255-256; Norwood 1931, 123-124; Henderson 2012, 2),
che prevedeva, infatti, la presenza del πρόσωπον Dioniso, di un Coro di satiri
e di allusioni non meglio specificate a Pericle per la condotta della guerra
(Gratin. Dionysalexandros test. 1.11, 42, 45-48 K-A; Bianchi 2016, ad Gratin.
Dionysalexandros, Contenuto). Tuttavia, negli ultimi tempi si tende giustamen-
te a limitare il nesso di dipendenza contenutistica e cronologica del frammento
di Ermippo dal Dionysalexandros di Gratino: cfr. Wright 2007, 429 n. 86; Bakola
2010, 303 n. 40; Storey 2011b, 301. A questo proposito, un dato finora non
valorizzato è quello dell’apostrofe diretta: il ‘tu’ del frammento (vv. 1, 3, 6)
implica necessariamente la presenza in scena del πρόσωπον Dioniso, a meno
di non voler intendere il testo come una preghiera o invocazione (ad es. Ar.
P. 974-1015). Ma la presenza di una preghiera è qui insostenibile per ragioni
 
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