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Moìpcn (fr. 48)

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v. 1 χλανίδες δ’ ούλαι ~ II. 24.646 χλαίνας... ούλας, ν. 3 κνημίς δέ περί σφυράν
~ II. 4.518-519 παρά σφυρόν... | κνήμην, ν. 6 έν τοις άχύροισι κυλινδομένην
~ II. 24.640 κυλινδόμενος κατά κάπρον) e sono spiegabili come delle analogie
tra le situazioni descritte più che come delle riprese dirette. Inoltre, in almeno
un caso (v. 8 τήν δέ τάλαιναν πλάστιγγ’) è evidente la relazione con la lingua
della tragedia in chiave parodica e non è escluso che il passo contenesse altri
riferimenti paratragici non più riconoscibili.
Il metro di questi anapesti si adatta tanto al canto quanto alla recitazione,
ma su riscontri formali (la presenza dell’allocuzione alla seconda persona sin-
golare), stilistici e contenutistici (gli elenchi paratattici) è possibile ipotizzare
i seguenti collocamenti: (1) in degli anapesti di annuncio per segnalare una
svolta nella trama (Prokerygmata, Zimmermann 1984, 89 n. 98; Nesselrath
1990, 270) prima della parodo, di un agone o di un canto del Coro. In que-
sto collocamento è possibile anche che Hermipp. fr. *47 K-A segua diretta-
mente o dopo pochi versi Hermipp. fr. 48 K-A, cfr. Hermipp. fr. *47 K-A,
Interpretazione; Comentale-Most 2016, 1-12. (2) In uno πνίγος di un agone
come in Ar. Nu. 1009-1023; Ar. Av. 523-538; Ar. Ra. 1078-1098; vd. anche
Gelzer 1960, 116-117 con n. 20.
1-4 χλανίδες... θώρακα... κνημίς... περί σφυρόν... βλαύτης Questi
sostantivi non hanno l’articolo perché indicano dei gruppi generici di cose,
tanto al singolare quanto al plurale: cfr. X. Cyr. 2.3.18 oi μεν έβαλλον ταίς
βώλοις καί έστιν οϊ έτύγχανον καί θωράκων καί γέρρων, οί δέ καί μηρού καί
κνημίδος, Kuhner-Gerth 1.605.
1 χλανίδες La χλανίς e i suoi diminutivi (χλανίδιον, χλανίσκιον, χλα-
νισκίδιον attestati rispettivamente in Ar. Lys. 1190, Ach. 519, P. 1002) indicano
un mantello di lana (Pl.Com. fr. 13 K-A), di colore bianco (Ar. fr. 505.1 K-A;
Antiph. fr. 35.3 K-A), a strascico (Anaxil. fr. 18.2 K-A; Ephipp. fr. 19.4 K-A). A
differenza della comune χλαίνα, la χλανίς indica un modello pregiato (Men.
Dys. 257), impiegato per festività come matrimoni (Ar. Av. 1693), associato
nel periodo di pace anche agli schiavi (Ar. P. 1002) e che può costituire indizio
di effeminatezza (Adesp.Com. fr. *136 K-A): cfr. Stone 1981, 163-164; Losfeld
1991, 152-158.
ούλαι L’aggettivo ούλος “di lana” ({ είλέω, ϊουλος) è detto di coperte (II.
16.224), χλαίναι (Od. 4.50), chitoni (Ar. Ra. 1067 χιτώνα γ’ έχων ούλων έρίων
ΰπένερθεν). Per il significato di ούλος come “riccio” in riferimento a capelli cfr.
Arnott 1996, ad Alex. fr. 325 K-A, mentre per “villoso” in riferimento a parti
del corpo cfr. Adesp.Com. fr. 98 K-A ώσπερ σέλινον ούλα τα σκέλη φορεί.
καταβέβληνται “sono stati gettati via”. Si tratta di un perfetto resultativo
(Chantraine 1927, 123-129) da καταβάλλειν “gettare via” (cfr. Ar. Ach. 165 ού
καταβαλείτε τα σκόροδ’, V. 727 τούς σκιπώνας καταβάλλω).
 
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