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200

Hermippos

2-3 θώρακα... άρθρούται Forse in contrasto con la prassi dell’ar-
mamento eroico, è descritto prima l’allacciamento della corazza e poi de-
gli schinieri: per il possibile valore umoristico di questo ordine cfr. supra,
Interpretazione.
2 θώρακα... έμπερονάται II θώραξ “corazza” per la parte superiore
del corpo “è affibbiato”, “è stretto con la fibbia (περόνη)”: cfr. Men. fr. 536
K-A οίμαί σε τον έπ’ άριστέρ’ έμπερονώμενον “credo che tu lo affibbiato a
sinistra...”, detto forse di un θώραξ oppure di un mantello. Il verbo περονάομαι
è impiegato per la chiusura con la fibbia dei mantelli: χλαϊνα (II. 10.133), λώπος
(Theoc. 14.66) e δίπλαξ (A.R. 1.722).
Il θώραξ è la corazza di bronzo che ricopre la parte anteriore e posteriore
del busto ed è chiusa con l’allacciamento delle due metà dell’armatura con
fibbie: cfr. Paus. 10.26.5-6 το μέν έμπροσθεν τό δέ όπισθεν προσήγον, έπειτα
περόναι συνήπτον προς άλληλα, Schwartz 2009, 66-81.
3 κνημίς δέ περί σφυρόν άρθρούται La κνήμη è la parte del corpo che
va dal ginocchio (γόνυ) alla caviglia (σφυρόν) e la κνημίς è il suo rivestimen-
to (Schwartz 2009, 75-77). Il procedimento descritto è simile a II. 3.330-331
κνημϊδας μέν πρώτα περί κνήμησιν έθηκε | καλάς, άργυρέοισιν έπισφυρίοις
άραρυίας “per prima cosa intorno alle tibie mise gli schinieri | belli, allacciati
con paracaviglie d’argento”.
άρθρούται “è connesso”. Il verbo άρθρόομαι è propriamente utilizzato
in riferimento alla κνήμη “tibia” (Arist. Phgn. 810a 28-29 όσοι τάς κνήμας
έχουσιν ήρθρωμένας “quanti hanno le tibie ben connesse”) ed è impiegato
per le descrizioni di articolazioni (Hp. Loc.Hom. 6 (= 6.286 Littré) αί δέ πλάται
προς τά γυία ήρθρωνται). L’impiego del verbo in una descrizione di vestizione
militare può suonare anomalo, ma è pur vero che: (1) il termine κνημίς è
stato impiegato con un verbo propriamente attribuito alla parte del corpo che
riveste, la κνήμη. (2) Il verbo άρθρούται è qui è utilizzato per spiegare l’allac-
ciamento dello schiniere intorno alla caviglia (σφυρόν) in maniera analoga alle
descrizioni di articolazioni tra le diverse parti del corpo. La scelta del verbo
risulta pertanto comprensibile.
4 βλαύτης... λευκής La βλαύτη, così come il suo diminutivo βλαύτιον
(Ar. Eq. 889), è genericamente tradotta come “pantofola” oppure “sandalo”
nel caso indichi una scarpa aperta (Di Gregorio 2004, adHerod. 7.58). Questa
calzatura è qui citata perché è una calzatura da convito e da simposio (Ar. Eq.
889; PI. Smp. 174a): cfr. Bryant 1899, 83-84; Neil 1901 ad Ar. Eq. 888-889; Stone
1981, 232-233. Non è detto che tutte le βλαύται siano bianche (λευκαί) come
quella descritta nel frammento di Ermippo (recte Sparkes 1975,125), ma è ovvio
che in questo passo l’aggettivo è utilizzato per stabilire identità cromatica tra i
vestiti bianchi del tempo di pace (χλανίδες e βλαύται) in opposizione ai vestiti
 
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