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Frammenti

45-46; ulteriore bibliografia in Pellegrino 2010,133-134): come ha argomentato
Casarico, «la grande varietà di nomi ci dà l’idea di una attività commerciale
spicciola, talora pittoresca: nel settore alimentare, per es., che interessa la mag-
gioranza dei termini, si può vedere una grande diversificazione. [...] Difficile
dire però se in tutti questi casi si può parlare di un vero e proprio commercio
organizzato con bottega [...]; l’impressione generale che si trae è che in gran
parte doveva trattarsi di un mercato alla giornata di ambulanti o di venditori
in bancarelle, come ancor oggi in certi mercati di paese» (1983, 24). E già
Ehrenberg 1957,174 ha mostrato che il “miscuglio comico” di Nicofonte suscita
qualche perplessità, ché non dovevano esservi tanti mestieri specialistici quan-
ti sono citati nel passo; parrebbe dunque evidente che l’archaia esasperava
iperbolicamente i momenti della vita economica della polis. Di diverso avviso
è Olson, il quale ritiene che «although thè list is perhaps skewed to stress
how tiny thè economie niches occupied by some individuals were, it stili
suggests an extraordinary degree of specialization among small-scale mar-
ketplace vendors» (2007, 359). Alcune di queste “specializzazioni” ricorrono
anche presso altri commediografi39: 1’άνθρακοπώλης (v. 1) è menzionato in
Filillio (fr. 13 K.-A.), 1’ίσχαδοπώλης (v. 2) in Ferecrate (fr. 4 K.-A.; e cf. Poli.
7.198), il βιβλιοπώλης (v. 4) in Aristomene (fr. 9 K.-A.) e Teopompo (fr. 79
K.-A.); il luogo riservato alla vendita del grano (στο[ι]ά άλφιτόπωλις) è citato
nelle Ecclesiazuse (v. 686). Ed è notevole che, al di fuori del genere comico, gli
σπερματοπώλαι (v. 5) siano menzionati in un lungo elenco di commercianti
anche da Crizia (88 B fr. 70 D.-K.). Altri venditori ricorrenti in commedia
sono, ad esempio, la panettiera (άρτόπωλις: persona loquens in V. 1388-1414;
e cf. parimenti Ra. 858), il venditore di pesci (ιχθυοπώλης: Ar. fr. 402.10 K.-A.;
Antiph. fr. 159.5 K.-A.; Alex. fr. 16.5 K.-A.), di lana (έριοπώλης: cf. Ra. 1386:
έριοπωλικώς), di miele (μελιτοπώλης: Eq. 853), di formaggio (τυροπώλης:
Eq. 854; e cf. anche Ra. 1369), di cuoio (βυρσοπώλης: Eq. 852) e di farmaci
(φαρμακοπώλης: Nu. 766; e si veda Totaro 1998, 188-189), la venditrice di
polenta di legumi (λεκιθόπωλις: Pi. 427) e di profumi (μυρόπωλις: Ec. 841; e cf.
Pherecr. fr. 70.1 K.-A.). Significativo è un passo dei Cavalieri (vv. 129-137), in
cui sono presentati i demagoghi Eucrate (“mercante di corde”, στυππειοπώλης:
v. 129), Lisicle (“mercante di pecore”, προβατοπώλης: v. 132) e infine il fami-

39 Un ricco repertorio di evidenze letterarie ed epigrafiche su «thè outward form,
location, arrangement and topography of thè market» è in Wycherley 1957,185-206
(la citazione è da p. 185); sulle condizioni economiche della polis nell’età classica e
sui loro riflessi nell’archaia rinvio alla monografia di Spielvogel 2001.
 
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