Πανδώρα (Pandora)
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sintagma ιστόν ύφαίνειν47, Stefanelli (1981, 25) argomenta come il suo signi-
ficato specifico sia “intrecciare l’ordito”. Del lavoro della tessitura, familiare
alle donne di ogni epoca e classe sociale48, dà conto già Omero, che ritrae al
telaio donne mortali e immortali, «viste nella normalità dei loro atti e in un
clima di rassicurante quotidianità che conferma la divisione dei ruoli» (Dorati
1998, 41-42): tra i numerosi personaggi femminili omerici intenti a questa
occupazione (cf, ex. gr., Elena in IL 3.125; Andromaca in II. 22.440-441; Arete
in Od. 6.305-307; Calipso in Od. 5.62; Circe in Od. 10.221-223; le Naiadi in Od.
13.107-108), si ricorderà qui, soprattutto, la fedele Penelope, ritratta mentre
ήματίη μέν ύφαίνεσκεν μέγαν ιστόν, / νύκτας δ’ άλλύεσκεν (Od. 2.104-105)49.
fr. 14 (6 Κ.)
Test.: Ath. 7.323b.
κέστραι τε καί λάβρακες
Lucci di mare e spigole.
Metro: Ritmo in metri giambici50.
47 Del sintagma ιστόν ύφαίνειν, ovvero έξυφαίνειν, lat. (ex)ordiri, è attestato anche
l’uso metaforico in riferimento al “filo” del discorso: cf., ad es., Durante 1976, 173-
176; Svenbro 1984, 159, 166-168; Papadopoulou-Belmehdi 1994, 149-165; Scheid-
Svenbro 2003, 94-97; Andò 2005, 56-58; Assaèl 2006, 213-238; West 2007,36-38; Sala
2007, 203-213.
48 Cf., tra gli altri contributi, Magnelli 1999, 140-141; Neri 2003a, 47-48 n. 52 e la
bibliografia ivi citata; Létoublon 2010, 18-36.
49 In merito alla nota espressione “tessere la tela di Penelope” è esemplare PI. Phd.
84a: Πηνελόπης ιστόν μεταχειρίζεσθαι; per le rappresentazioni iconografiche di
Penelope al telaio si rinvia a Hausmann 1994, 295 (e cf. anche Esteban Santos 2008,
119-120); sulla proverbiale devozione coniugale di Penelope cf. Tosi 2010, 250-251;
ma per altre versioni del mito che ne attestavano l’infedeltà cf. Malkin 2004, 157,
209.
50 Come suggerisce Christian Orth, potrebbe trattarsi di un dimetro giambico
catalettico, ovvero della parte finale di un tetrametro giambico catalettico, ovvero
di un inizio di trimetro giambico.
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sintagma ιστόν ύφαίνειν47, Stefanelli (1981, 25) argomenta come il suo signi-
ficato specifico sia “intrecciare l’ordito”. Del lavoro della tessitura, familiare
alle donne di ogni epoca e classe sociale48, dà conto già Omero, che ritrae al
telaio donne mortali e immortali, «viste nella normalità dei loro atti e in un
clima di rassicurante quotidianità che conferma la divisione dei ruoli» (Dorati
1998, 41-42): tra i numerosi personaggi femminili omerici intenti a questa
occupazione (cf, ex. gr., Elena in IL 3.125; Andromaca in II. 22.440-441; Arete
in Od. 6.305-307; Calipso in Od. 5.62; Circe in Od. 10.221-223; le Naiadi in Od.
13.107-108), si ricorderà qui, soprattutto, la fedele Penelope, ritratta mentre
ήματίη μέν ύφαίνεσκεν μέγαν ιστόν, / νύκτας δ’ άλλύεσκεν (Od. 2.104-105)49.
fr. 14 (6 Κ.)
Test.: Ath. 7.323b.
κέστραι τε καί λάβρακες
Lucci di mare e spigole.
Metro: Ritmo in metri giambici50.
47 Del sintagma ιστόν ύφαίνειν, ovvero έξυφαίνειν, lat. (ex)ordiri, è attestato anche
l’uso metaforico in riferimento al “filo” del discorso: cf., ad es., Durante 1976, 173-
176; Svenbro 1984, 159, 166-168; Papadopoulou-Belmehdi 1994, 149-165; Scheid-
Svenbro 2003, 94-97; Andò 2005, 56-58; Assaèl 2006, 213-238; West 2007,36-38; Sala
2007, 203-213.
48 Cf., tra gli altri contributi, Magnelli 1999, 140-141; Neri 2003a, 47-48 n. 52 e la
bibliografia ivi citata; Létoublon 2010, 18-36.
49 In merito alla nota espressione “tessere la tela di Penelope” è esemplare PI. Phd.
84a: Πηνελόπης ιστόν μεταχειρίζεσθαι; per le rappresentazioni iconografiche di
Penelope al telaio si rinvia a Hausmann 1994, 295 (e cf. anche Esteban Santos 2008,
119-120); sulla proverbiale devozione coniugale di Penelope cf. Tosi 2010, 250-251;
ma per altre versioni del mito che ne attestavano l’infedeltà cf. Malkin 2004, 157,
209.
50 Come suggerisce Christian Orth, potrebbe trattarsi di un dimetro giambico
catalettico, ovvero della parte finale di un tetrametro giambico catalettico, ovvero
di un inizio di trimetro giambico.