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Frammenti

di άπό + genitivo: come Trigeo manda alla malora il molesto Fabbricante di
armi, intimandogli di tenersi alla larga dalla propria casa, cosi nel frammento
nicofonteo il personaggio parlante ingiungerebbe bruscamente il suo inter-
locutore ad allontanarsi dai suoi oggetti personali.
v. 2 διφθέρας: Nella traduzione seguo Storey (2011, II, 401) che rende questa
voce nel senso di «jacket»: il termine διφθέρα indica infatti non solo il ma-
teriale (membrana, “pergamena”) su cui si scriveva (cf. ThGL III, 1572a, s.v.
διφθέρα: su questo importantissimo strumento scrittorio si vedano, ad es.,
Maniaci 1996, 25-40; Blanck 2008, 86-88), ma anche le pelli animali usate per
la confezione di vestiti di norma indossati da contadini, pastori e schiavi (cf.
Stone 1981, 166-167; Olson 2007, 359).

fr. 3 (3 K.)

Test.: Sud. a 3750 Adler.

άρ’ άράχνιόν τι φαίνετ’ έμπεφυκέναι;
Pare forse che vi si sia formata una ragnatela?
Metro: Trimetro giambico.
Il termine άράχνιόν ricorre anche nel fr. 202 K.-A. di Gratino (<άρ’> αραχνιών
μεστήν έχεις τήν γαστέρα;) e nel fr. 151 K.-A. di Ferecrate (άρ’ άράχνι’ ώσπερ
ταϊς σιπύαισι ταϊς κεναϊς;), in riferimento a oggetti vuoti ovvero in disuso (cf.
Meineke FCG ILI, 129); accezione, invero, già presente in Omero (Od. 16.34-
35), in relazione al letto di Odisseo lasciato deserto per venti anni, e in Esiodo
(Op. 475), che parla di un raccolto cosi abbondante che nei vasi destinati a
contenerlo non si formeranno più ragnatele: «a graphic way of saying ‘fili
them all’» (West 1978, 279). Ulteriori analoghe espressioni ricorrono anche
in Bacchilide (fr. 4.69-70 Snell-Maehler), Sofocle (fr. 286 Radt2), Euripide (fr.
369.1 Kannicht), Teocrito (16.96-97) e Nonno (D. 38.13-14)29. Non si deve però
trascurare la metafora della tela del ragno assimilata a un luogo di pericolose
insidie, come è, ad es., ravvisabile in Platone Comico (fr. 21.1-2 K.-A.: ε’ίξασιν

29 Tra le più rilevanti esemplificazioni latine cf. Plauto (Aul. 83-84), Catullo (13.7-8),
Properzio (3.6.33): vd. Fedeli 1985, 222.
 
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