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Έγχειρογάστορες (Ventribraccia)

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gerato Cleone (“mercante di cuoio”, βυρσοπώλης: v. 136)40. In Uccelli 1038
ricorre anche lo ψηφισματοπώλης (“mercante di decreti”), «risemantizzazione
di un’immagine: quella del politico venduto, che presta i suoi servigi al miglior
offerente» (Zanetto 1987, 262). Non mancavano, infine, i “venditori di tutto”,
παντοπώλαι (cf. Poli. 7.16).
v. 1 μεμβραδοπώλαις: La voce designa i venditori di spratti -μεμβράδες
ovvero βεμβράδες: Ateneo (7.287b-f) ne contempla la duplice ortografia ini-
ziale con μ ~ β (cf. Arnott 1996, 578)-, pesci della famiglia Clupeidae, affini
alle aringhe, ma di minori dimensioni, venduti a buon mercato (cf. Thompson
1947, 32; Garcia Soler 2001, 161-162; Marchiori 2001, 687 n. 2; Dalby 2003, 15;
Olson 2007, 359): a βεμβράδες di un obolo fa riferimento Aristomene (fr. 7
K.-A.); al loro scarso valore allude anche Alessi (frr. 200 e 260 K.-A.); ed è, su
tutti, significativo un luogo delle Vespe di Aristofane (vv. 493-495), in cui vili
sardelle sono poste in comico, stridente contrasto con rinomate e costosissime
cernie (su cui cf. Thompson 1947, 187-188; Garcia Soler 2001, 178; Marchiori
2001, 762 n. 4; Dalby 2003, 169): un pesce “democratico”, dunque, perché alla
portata di tutti (cf. Mastromarco 1983, 486 n. 85; Wilkins 2000, 294).
άνθρακοπώλαις: Ε’άνθρακοπώλης è menzionato in una rassegna di mestieri
anche da Filillio (fr. 13 K.-A.: άνθρακοπώλης, κοσκινοποιός, κηπεύς, κουρεύς).
Il carbone era una fonte energetica primaria e, dunque, un bene molto impor-
tante per l’economia ateniese: «The residents of Attica in thè Classical period
thus developed complex and relatively sophisticated ways of satisfying thè
city’s Constant need for charcoal and firewood. Wealthy landowners, slaves,
small peasant farmers, free landless workers in both country and city, and
urban merchants all worked together to satisfy thè fuel needs of urban house-
holds and Industries, doing their best at thè same time to extract a profit from
thè business» (Olson 1991, 420; e cf. anche Olson 2007, 359). Il carbone, come
è evidente, ricorre con frequenza negli Acarnesi (cf., ex. gr., vv. 34, 213, 332,
348, 891); ai vv. 34-35, in particolare, Diceopoli si lamenta della circostanza
che a causa della guerra la città sia costretta a importare prodotti (carbone,
aceto, olio) che prima produceva da sé. E in Ach. 325-357, in un chiaro contesto

40 Su Lucrate e Lisicle, soggetti alla derisione dei commediografi, si veda, ex. gr.,
Sommerstein 1996, 344-345; su Cleone si rinvia alla monografia di Lind 1990; e cf.,
deipari, Mann 2002, 105-124; Stark 2002, 153-154, 157-158; Gelzer 2002, 347-362;
Imperio 2004, 126-127, 289-290.
 
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