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Phrynichos

sioni ellittiche, senza ήβης: cfr., e.g., h.Cer. 108; Archil. fr. 196a.27-28 W2. [il
testo è però lacunoso]; Thgn. 1018 W2.); e cfr. Aeschl. Suppl. 663 (il passo fa
parte di una sezione lirico-corale). L’impiego di una simile iunctura conferisce
al verso un elevato tasso di poeticità e, nel contempo, chiude l’immagine
‘entomologica’ introdotta nel v. 2 (cfr. Olson 2007, p. 372 [adJ14.3]). L’unica
altra occorrenza del nesso in commedia si registra nel fr. 483 del Proagòn di
Aristofane: σταθερά δέ κάλυξ νεαράς ήβης («le ton de ce fragment indique
qu’il est tiré d’un chant lyrique»: così Taillardat 1965, p. 47 [ad § 43]).
4 ήδυλογούσιν Chiosato dal grammatico Frinico (PS, p. 72.15-16) con
το φιλικώς και ήδέως προς άλλήλους διαλέγεσθαι, il verbo ήδυλογεΐν non
è altrimenti attestato in letteratura. Ben testimoniato è l’aggettivo corrispon-
dente ήδύλογος, noto già in Saffo (fr. 73a.4 Voigt: ά]δύλογοι); per la commedia
vd. Cratin. fr. 256.3 (ήδυλόγω σοφία). In particolare, suH’aggettivo ήδύλογος
e sui suoi derivati vd. ora Paolucci 2004, p. 252 con n. 23.
κατά την αγοράν περιόντες In commedia, oltre che in Frinico, il verbo
περίειμι, con il valore di “andare in giro” (cfr. LSJ, s.v. [Li.a], p. 1372: «go
round»), in riferimento al contesto spaziale dell’agorà e dei luoghi ad essa
connessi, è attestato in Pherecr. fr. 13 (καί τάς βαλάνους καί τάς άκύλους καί
τάς άχράδας περιόντας, con Kassel/Austin [PCG VII, p. Ili] e Urios-Aparisi
[1992, p. 112], che rinviano al confronto con Eup. fr. 327.2-4 [περιήλθον ές τά
σκόροδα και τά κρόμμυα / καί τον λιβανωτόν, κεύθύ των άρωμάτων, / καί
περί τά γέλγη) e in Plato Com. fr. 211 (καί περιών γ’ άμα / τιλτόν τάρι-
χος έπριάμην τοίς οίκέταις); vd. anche Ar. Lys. 558: περιέρχονται κατά την
αγοράν. Oltre che sede del mercato e di molte altre attività pubbliche, l’agorà
era anche il luogo in cui erano soliti riunirsi i giovani fannulloni che passavano
tutta la loro giornata a chiacchierare del più e del meno; spesso, in commedia,
questi ‘perditempo’ erano gli allievi prediletti dei sofisti (in merito vd. Soverini
1998, pp. 27-40; e cfr. Ar. Nu. 1003, in cui il ciarlare passeggiando per l’agorà
viene bollato come attività fortemente deleteria per i giovani).
5 τοίς ... βάθροις Si allude qui verosimilmente ai «subsellia in portici-
bus fori et tabernis unguentariis» (Meineke FCG ILI, p. 581), su cui i giovani
ateniesi erano soliti sedersi per poter parlare (ed eventualmente sparlare) di
tutto e di tutti; per le profumerie come luoghi di incontro e di conversa-
zione frequentati soprattutto dai più giovani cfr. Pherecr. fr. 70.1-3; Ar. Eq.
1375-1376; un’analoga funzione avevano anche le botteghe dei barbieri: cfr.
Ar. Av. 1440-1441 [con Dunbar 1995, p. 681], PI. 337-339; sull’argomento vd.
Lewis 1995. Non va esclusa la possibilità - suggerita da Olson (2007, p. 372
[adJ14.5]) - che la persona loquens stia invece parlando delle panche di una
delle stoai che circondavano l’agorà di Atene e che costituivano un luogo di
passeggio e di ritrovo molto comuni (cfr. Men. Dysc. 173, Sam. 510-512).
 
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