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Μύσται (Mystai)
(“Iniziati”)
Titolo Sebbene nell’ index fabularum tramandato dalla Suda (= T 1) e in Eust.
in II. p. 1112.38, testimone del fr. 38, il titolo sia registrato al singolare (Μύστης,
“Iniziato’), gli studiosi, sulla scorta dell’opinione di Bergk (1838, p. 375), sono
soliti leggere il titulus fabulae al plurale (forma che, peraltro, s’incontra in Suid.
τ 431 [AM] e in Phot, τ 219, testimoni del fr. 37). Sul titolo Μύστις attestato
per i drammi di Antifane (cfr. PCGII, pp. 399-401), di Filemone (cfr. PCG VII,
pp. 251-252) e di Filippide (cfr. test. 8, in PCG VII, p. 335) vd. le osservazioni
di Breitenbach (1908, pp. 163-164).
Sembra fuori dubbio - in mancanza di un’ulteriore specificazione nel ti-
tolo - che il termine alluda ai mystai per antonomasia, gli “iniziati” ai Misteri
di Eieusi: erano antichi culti misterici che si celebravano ad Eieusi, un vil-
laggio distante circa 20 km da Atene, in onore di Demetra, la dea madre, e
di Persefone-Core, la dea figlia. Si dividevano in “Piccoli Misteri” (τά μικρά
μυστήρια) e “Grandi Misteri” (τά μεγάλα μυστήρια): i primi, che avevano
luogo nel mese attico di Antesterione (tra febbraio e marzo) ad Αγρα (ovvero
Αγραι), un piccolo sobborgo situato tra la riva sinistra del fiume Bisso e le
estreme propaggini del monte Inietto, fungevano da cerimonia preparatoria ai
“Grandi Misteri”, che si svolgevano ad Eieusi dal 14 al 23 Boedromione (tra set-
tembre e ottobre) e prevedevano la rievocazione drammatica del mistero delle
due dee (il rapimento di Persefone per mano di Ade e l’affannosa ricerca della
figlia da parte della mater dolorosa Demetra), attraverso varie fasi di iniziazio-
ne, comprendenti processioni solenni, sacrifici espiatori e riti di purificazione
collettiva, il cui fine era quello di suscitare negli adepti la fede nell’esistenza
di un mondo ultraterreno ed eterno: cfr. Deubner 1969, pp. 69-92.
Contenuto Della commedia sono pervenuti due frammenti di breve esten-
sione (cfr. frr. 37-38; il fr. 37 è inoltre corrotto nella parte finale), citati per
questioni di natura grammaticale e, di fatto, sostanzialmente inutili ai fini
della ricostruzione della trama; ciononostante, in base al titolo - la cui forma
plurale, restituita da Bergk e comunemente accettata dalla critica (vd., supra,
ad Titolo), deve considerarsi con ogni probabilità allusiva alla composizione
del coro252 - sembra plausibile ritenere che il dramma sviluppasse un plot
252 Cfr. Bergk 1838, p. 375: «Consentaneum [...] est fabulae chorum constitisse ex
mystis, prorsus ut in Aristophanis Ranis»; vd. inoltre Sittl 1887, p. 449. Sul coro di
Iniziati presente nelle Rane di Aristofane vd. Dover 1993b, pp. 57-69
Μύσται (Mystai)
(“Iniziati”)
Titolo Sebbene nell’ index fabularum tramandato dalla Suda (= T 1) e in Eust.
in II. p. 1112.38, testimone del fr. 38, il titolo sia registrato al singolare (Μύστης,
“Iniziato’), gli studiosi, sulla scorta dell’opinione di Bergk (1838, p. 375), sono
soliti leggere il titulus fabulae al plurale (forma che, peraltro, s’incontra in Suid.
τ 431 [AM] e in Phot, τ 219, testimoni del fr. 37). Sul titolo Μύστις attestato
per i drammi di Antifane (cfr. PCGII, pp. 399-401), di Filemone (cfr. PCG VII,
pp. 251-252) e di Filippide (cfr. test. 8, in PCG VII, p. 335) vd. le osservazioni
di Breitenbach (1908, pp. 163-164).
Sembra fuori dubbio - in mancanza di un’ulteriore specificazione nel ti-
tolo - che il termine alluda ai mystai per antonomasia, gli “iniziati” ai Misteri
di Eieusi: erano antichi culti misterici che si celebravano ad Eieusi, un vil-
laggio distante circa 20 km da Atene, in onore di Demetra, la dea madre, e
di Persefone-Core, la dea figlia. Si dividevano in “Piccoli Misteri” (τά μικρά
μυστήρια) e “Grandi Misteri” (τά μεγάλα μυστήρια): i primi, che avevano
luogo nel mese attico di Antesterione (tra febbraio e marzo) ad Αγρα (ovvero
Αγραι), un piccolo sobborgo situato tra la riva sinistra del fiume Bisso e le
estreme propaggini del monte Inietto, fungevano da cerimonia preparatoria ai
“Grandi Misteri”, che si svolgevano ad Eieusi dal 14 al 23 Boedromione (tra set-
tembre e ottobre) e prevedevano la rievocazione drammatica del mistero delle
due dee (il rapimento di Persefone per mano di Ade e l’affannosa ricerca della
figlia da parte della mater dolorosa Demetra), attraverso varie fasi di iniziazio-
ne, comprendenti processioni solenni, sacrifici espiatori e riti di purificazione
collettiva, il cui fine era quello di suscitare negli adepti la fede nell’esistenza
di un mondo ultraterreno ed eterno: cfr. Deubner 1969, pp. 69-92.
Contenuto Della commedia sono pervenuti due frammenti di breve esten-
sione (cfr. frr. 37-38; il fr. 37 è inoltre corrotto nella parte finale), citati per
questioni di natura grammaticale e, di fatto, sostanzialmente inutili ai fini
della ricostruzione della trama; ciononostante, in base al titolo - la cui forma
plurale, restituita da Bergk e comunemente accettata dalla critica (vd., supra,
ad Titolo), deve considerarsi con ogni probabilità allusiva alla composizione
del coro252 - sembra plausibile ritenere che il dramma sviluppasse un plot
252 Cfr. Bergk 1838, p. 375: «Consentaneum [...] est fabulae chorum constitisse ex
mystis, prorsus ut in Aristophanis Ranis»; vd. inoltre Sittl 1887, p. 449. Sul coro di
Iniziati presente nelle Rane di Aristofane vd. Dover 1993b, pp. 57-69