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Κωμασταί (Komastafr
(“Cornasti”)

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Titolo Un omonimo dramma composero Amipsia (sulla possibilità, sostenuta
da diversi studiosi, che la pièce di Frinico e quella di Amipsia siano la stessa
commedia vd., infra, ad I Kdmastai di Amipsia e di Frinico) ed Eubulide (cfr.
PCG V, p. 186; il titolo Κωμασταί viene ricostruito da Meineke [FCGI, p. 341]
nella testimonianza della Suda [<p 353] relativa a Filippo: vd. Kassel/Austin
PCG VII, p. 353 [ad test. 1]). Si ricordi inoltre che il siciliano Epicarmo fu
autore di Κωμασταί ή Άφαιστος (cfr. PCGI, p. 51), un dramma forse incentrato
sulla vicenda delFincatenamento di Era da parte del figlio Efesto (cfr. Ghiron-
Bistagne 1976, pp. 217-221).
Nel mondo greco il sostantivo κωμαστής (al plurale κωμασταί) identificava
colui che prendeva parte al κώμος, il festoso corteo con cui si chiudeva di solito
il simposio, nel corso del quale, i partecipanti, cantando e danzando al suono
di strumenti musicali, e continuando a bere senza posa, sfilavano per le vie
della città, all’assalto delle porte delle proprie amate ovvero di altri amici, nella
speranza di farsi aprire e proseguire in allegria la serata: è questa l’accezione
più comune del sostantivo κώμος, un termine di etimologia incerta (per cui cfr.
Frisk GEW1, s. v., p. 62; Chantraine DELG, s. v., p. 606; Beekes EDG, s. v., p. 814)
e polisemantico: in merito vd. Mau 1900a; Lamer 1922; cfr. inoltre Headlam
1922, pp. 82-83; Ghiron-Bistagne 1976, pp. 208-238; Rossi 1988, p. 243; Graf
1999, pp. 705-706; Putz 2007, pp. 121-123; Orth 2013, pp. 249-250.
Contenuto In base al titolo e alla sua forma plurale, sembra lecito supporre
che un ruolo nient’affatto marginale nell’intreccio drammatico fosse svolto dai
κωμασταί, che, con ogni probabilità, davano vita al coro. La rappresentazione
sulla scena di simposiasti in festa avrà presumibilmente fornito al poeta co-
mico lo spunto per una pièce in cui veniva forse dato un certo peso ad alcuni
aspetti tipici del κώμος, comuni anche al genere della commedia (che, del resto,
proprio dal komos derivava la sua origine, almeno a stare ad Aristotele [Po.
1448a.36-38]), come, ad es., la danza, la musica e la sfrenatezza verbale unita
al motteggio; e proprio a queste componenti sembrano rinviare i frr. 14 (in cui
la persona loquens preannuncia al suo interlocutore la volontà di intonare un
motivetto musicale, probabilmente eseguito con accompagnamento auletico),
16 (che, forse, conserva parte di uno skolion, il tipico canto simposiale), 17 e 18
(che contengono attacchi a personaggi dellAtene contemporanea). Alla luce
di ciò, non risulterà affatto insensato ipotizzare per i Kdmastai uno scenario
d’ambientazione ‘simposiale’, in cui l’argomento politico lasciava spazio al
divertimento bacchico: un simile scenario ricostruivano, fra gli altri, Bergk
 
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