Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
104

Phrynichos

secolo dei composti nominali in -πώλιον rende tuttavia senz’altro plausibile
la correzione di Bekker: vd. infra.102
Interpretazione L’esiguità della citazione non consente di appurare se
la commedia prevedesse una scena di mercato ovvero se la menzione
άεΐΐ’άλεκτρυοπώλιον fosse un semplice riferimento cursorio nel dramma.
άλεκτρυοπώλιον II vocabolo, mai altrove attestato, è modellato sulla
radice del nome άλεκτρυών (“gallo”, Gallus gallus domesticus L.), e fa parte di
quel gruppo di composti in -πώλιον (da πωλέω, “vendere”; il suffisso equi-
vale, relativamente al senso, al nomen loci πωλητήριον, “luogo di vendita”,
“bottega”; cfr. LSJ, s.v. [I], p. 1560: «place where wares are sold», «shop»), ben
documentati nella Volkssprache di V-IV secolo a. C. (cfr., e.g., Ar. Ra. 112: άρ-
τοπώλια, fr. 1.1: άρτοπώλιον; Lys. 24. 20, Dem. 25. 52: μυροπώλιον; Plato R.
557d: παντοπώλιον) e indicativi - come ha messo bene in luce Casarico (1983,
p. 24) - non di «un commercio organizzato con bottega», bensì di «un mercato
alla giornata», caratterizzato dalla presenza di «ambulanti o di venditori in
bancarelle», attivi soprattutto nel contesto spaziale dell’agorà.

102 Bethe (dalla cui edizione cui dipendono Kassel/ Austin) attribuiva la paternità della
diortosi άλεκτρυοπώλιον a H. Estienne. In realtà, come si evince dalla nota di Seber
(Not., p. 106), ristampata in Lederlin/Hemsterhuys 1706, p. 785 n. 99, e in Dindorf
1827, V.l, p. 427, Estienne interveniva solo sulla forma (errata) άλεκτρυονοπώλην,
che nell’ editio Aldina seguiva subito dopo il frammento di Frinico (il testo era
evidentemente ricavato da Musuro dal suo modello contaminato, che, nel punto
in questione, attingeva a un discendente di A: per la storia del manoscritto mes-
so a frutto da Musuro per Y editio princeps dell’Onomasticon vd., infra, ad fr. 14):
«άλεκτρυονοπ.) H Steph. syllaba vo suspecta». La lettura άλεκτρυοπώλιον non
compare prima dell’edizione di Bekker, sicché deve essere ascritta a quest’ultimo:
così, del resto la intendevano Bothe («Bekkerus vero edidit άλεκτρυοπώλιον») e
Jacobi («Bk. άλεκτρυοπώλιον»). Non è però da escludere che l’intervento sia stato
in qualche modo influenzato dalle parole di Estienne circa la correttezza della forma
άλεκτρυοπ-, in luogo di άλεκτρυονοπ-.
 
Annotationen
© Heidelberger Akademie der Wissenschaften