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Κόννος

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ha una sua spiegazione solo se si ammette che, come nel caso del titolato
commediografo, anche la carriera artistica di Conno fosse stata caratterizzata
da un primo periodo costellato di vittorie cui avesse fatto seguito una fase di
inesorabile declino.* * * * * * * * * * * * * * 73

(cfr. schol. [VEF30MLh] Ar. Eq. 534a, schol. [Lh] Ar. Eq. 534b Jones - Wilson; Hsch.
κ 3530; Suid. κ 2027), e Κόννος, qualificato sempre come κιθαρωδός e λυρωδός
(cfr. schedi. [vett.-Tr.] Ar. V. 675abde; Hsch. κ 3534; Suid. κ 2048; e vd. Plato Euthd.
272c: Κόννω [...] τω κιθαριστή), siano la stessa persona è stato convincentemente
argomentato da Winnington-Ingram (1988, pp. 252-253; vd. inoltre Totaro 1998,
p. 150 n. 23; Imperio 2004, p. 207), sulla base del confronto con il musico Cheride,
che Ferecrate ricorda come κιθαρωδός (fr. 6.1), mentre Aristofane lo dice αυλητής
(Ach. 16, 866 [con il relativo schol. 866a], Pax 951, Av. 858 [con lo schol. 858a]; cfr.
anche Cratin. fr. 126; App.Prov. 5. 21 [= CPGI, p. 462.1-3]): Conno, come Cheride,
sarà stato un musicista completo, capace di suonare sia strumenti a corda che a
fiato. Sull’uso, non infrequente nei testi comici, della terminazione -ας, con chiaro
valore dispregiativo nei nomi propri o nei soprannomi, cfr. Neil 1901, p. 80 [ad Eq.
534]; Peppler 1902, pp. 41-42; sullo Spitzname Κοννάς vd., in particolare, Kanavou
2011, pp. 65-66.
73 Cfr. Totaro 1998, p. 150. Sulla carriera e sul declino artistico di Conno veniamo
informati dallo schol. [VEF30MLh] Ar. Eq. 534a Jones - Wilson (~ Suid. κ 2027), in
cui, a proposito del musico, si dice che, un tempo “vincitore agli agoni olimpici”
(Όλυμπιονίκης) e “ornato di molte corone di vittoria” (πολλάκις στεφανωθείς),
era infine caduto così in disgrazia (πενιχρός ήν) da non possedere altro che una
scialba “corona di olivo selvatico” (τόν κότινον). Con sospetto guardava a tali
notizie Winnington-Ingram (1988, p. 251), giudicandole di probabile matrice au-
toschediastica, dal momento che: (a) ad Olimpia non si svolgevano affatto agoni
musicali; (b) l’espressione πολλάκις στεφανωθείς sembra basata sull’aggettivo
πολυστέφανος attestato in Cratin. fr. 349, έσθιε καί σή γαστρί δίδου χάριν, όφρα
σε λιμός / έχθαίρη, Κοννάς δέ πολυστέφανος σε φιλήση (“mangia e da’ pace al tuo
stomaco, affinché la Fame / ti odi, e Konnàs dalle molte corone ti ami”), che, citato
dal sopra ricordato scolio al v. 534 dei Cavalieri, offre quella «stessa combinazione
di ghirlande e gastronomia» del passo dei Cavalieri, quasi che Aristofane avesse
voluto rispondere a Gratino con lo stesso sarcasmo con cui questi aveva colpito
Conno in una commedia cronologicamente anteriore al 424 a. C. (sulle proposte
di identificazione della pièce cratinea da cui è desunto il citato fr. 349 cfr. le no-
tazioni di Kassel / Austin PCG IV, p. 292). Va segnalato che un’immagine analoga
a quella espressa nei distici di Gratino ricorre anche in Eup. fr. 77: άναρίστητος
ών / κοΰδέν βεβρωκώς, άλλα γάρ στέφανον έχων (“senza colazione / e senza aver
mangiato nulla, ma con ancora indosso una corona”; il frammento proviene dai
Baptai, dramma portato in scena verosimilmente tra il 416 e il 414 a. C.: cfr. Storey
2003, pp. 66, 108-110, FOCII, pp. 80-81), aproposito di un ignoto personaggio, che
Winckelmann (1833, pp. xl-xli) ha suggerito di identificare con Conno.
 
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