Κρόνος (fr. 9)
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(cfr. X. Hel. III. 3. 3; Plut. Ag. 3.6-7, Lis. 22.10-12) per essere stato consultato
su un problema di successione monarchica a Sparta, dopo la morte di Agide
II (avvenuta nella primavera-estate del 400 ovvero nel 398 a. C.): un episodio
che Brandes (1886, p. 37) reputava di capitale importanza per datare il Kronos
di Frinico «ante Euclidis annum», vale a dire prima del presunto trasferi-
mento deU’indovino a Sparta, che, nella ricostruzione dello studioso, sarebbe
avvenuto intorno al 404 a. C., all’indomani cioè della capitolazione di Atene.
Va infine segnalato che l’associazione di Diopite ai tympana (vd. infra) ha
suggerito a Muhl (1881, p. 90) l’ipotesi che il cresmologo venisse citato nel
frammento come «Paukenschlàger, vielleicht mit Anspielung auf sein Amt
als Kybelepriester»: un incarico di cui, però, non abbiamo notizia nelle fonti.
μεταδράμω la persona singolare del congiuntivo aoristo di μετατρέχω
(“correr dietro a”, “andare a cercare/prendere”; cfr. LSJ, s. v., p. 1117: «run and
fetch»). Il verbo è piuttosto raro nella letteratura superstite di quinto secolo:
l’unica altra occorrenza nota è in Ar. Pax 261. Ben più documentato è il verbo
base τρέχω.
τύμπανα Sull’origine di questi strumenti musicali - antesignani dei mo-
derni tamburelli - veniamo informati dal coro delle Baccanti ai vv. 120-134
dell’omonima tragedia euripidea: il τύμπανον fu un’invenzione dei Coribanti,
leggendari membri del corteggio di Rea, i quali si servirono di questo “cer-
chio di cuoio ben teso” (βυρσότονον κύκλωμα: v. 124), per accompagnare
le danze con cui celarono i vagiti del piccolo Zeus agli orecchi di Crono. A
coronamento della difficile impresa, lo strumento fu quindi offerto in dono a
Rea, affinché, associato al dolce suono degli auloi frigi, divenisse un elemento
imprescindibile nelle pratiche orgiastiche in onore della dea (vv. 126-129);96
infine - prosegue il coro di Baccanti - “dalla dea madre” il tympanon fu mu-
tuato ai satiri che ne fecero lo strumento tradizionale delle danze bacchiche
triennali che si svolgevano sul monte Citerone (vv. 130-134: sull’esegesi del
passo delle Baccanti cfr. Dodds 1960, pp. 83-84; per l’associazione dei tympana
ai culti bacchici cfr. inoltre Eur. Ba. 59,156; e vd. Athen. IV. p. 148c-d, V. p. 198d;
Hsch. τ 1638, τ 1640; Σ τ 292 [= Phot, τ 551; Suid. τ 1166]; Michaelides 1978,
s.v. tympanon, pp. 344-345; Mathiesen 1999, p. 175 con n. 34; Bundrick 2005,
pp. 46, 48).
96 Vale la pena ricordare che Euripide, sul fondamento della tradizione poetica a lui
precedente, identifica Rea con Cibele, divinità venerata nell’area anatolica come
protettrice della natura, degli animali e dei luoghi selvatici: di qui Forigine frigia
riconosciuta dal tragediografo ai tympana (in merito cfr. Dodds 1960, p. 84 [ad Ba.
120-34]).
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(cfr. X. Hel. III. 3. 3; Plut. Ag. 3.6-7, Lis. 22.10-12) per essere stato consultato
su un problema di successione monarchica a Sparta, dopo la morte di Agide
II (avvenuta nella primavera-estate del 400 ovvero nel 398 a. C.): un episodio
che Brandes (1886, p. 37) reputava di capitale importanza per datare il Kronos
di Frinico «ante Euclidis annum», vale a dire prima del presunto trasferi-
mento deU’indovino a Sparta, che, nella ricostruzione dello studioso, sarebbe
avvenuto intorno al 404 a. C., all’indomani cioè della capitolazione di Atene.
Va infine segnalato che l’associazione di Diopite ai tympana (vd. infra) ha
suggerito a Muhl (1881, p. 90) l’ipotesi che il cresmologo venisse citato nel
frammento come «Paukenschlàger, vielleicht mit Anspielung auf sein Amt
als Kybelepriester»: un incarico di cui, però, non abbiamo notizia nelle fonti.
μεταδράμω la persona singolare del congiuntivo aoristo di μετατρέχω
(“correr dietro a”, “andare a cercare/prendere”; cfr. LSJ, s. v., p. 1117: «run and
fetch»). Il verbo è piuttosto raro nella letteratura superstite di quinto secolo:
l’unica altra occorrenza nota è in Ar. Pax 261. Ben più documentato è il verbo
base τρέχω.
τύμπανα Sull’origine di questi strumenti musicali - antesignani dei mo-
derni tamburelli - veniamo informati dal coro delle Baccanti ai vv. 120-134
dell’omonima tragedia euripidea: il τύμπανον fu un’invenzione dei Coribanti,
leggendari membri del corteggio di Rea, i quali si servirono di questo “cer-
chio di cuoio ben teso” (βυρσότονον κύκλωμα: v. 124), per accompagnare
le danze con cui celarono i vagiti del piccolo Zeus agli orecchi di Crono. A
coronamento della difficile impresa, lo strumento fu quindi offerto in dono a
Rea, affinché, associato al dolce suono degli auloi frigi, divenisse un elemento
imprescindibile nelle pratiche orgiastiche in onore della dea (vv. 126-129);96
infine - prosegue il coro di Baccanti - “dalla dea madre” il tympanon fu mu-
tuato ai satiri che ne fecero lo strumento tradizionale delle danze bacchiche
triennali che si svolgevano sul monte Citerone (vv. 130-134: sull’esegesi del
passo delle Baccanti cfr. Dodds 1960, pp. 83-84; per l’associazione dei tympana
ai culti bacchici cfr. inoltre Eur. Ba. 59,156; e vd. Athen. IV. p. 148c-d, V. p. 198d;
Hsch. τ 1638, τ 1640; Σ τ 292 [= Phot, τ 551; Suid. τ 1166]; Michaelides 1978,
s.v. tympanon, pp. 344-345; Mathiesen 1999, p. 175 con n. 34; Bundrick 2005,
pp. 46, 48).
96 Vale la pena ricordare che Euripide, sul fondamento della tradizione poetica a lui
precedente, identifica Rea con Cibele, divinità venerata nell’area anatolica come
protettrice della natura, degli animali e dei luoghi selvatici: di qui Forigine frigia
riconosciuta dal tragediografo ai tympana (in merito cfr. Dodds 1960, p. 84 [ad Ba.
120-34]).