Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
Κρόνος (fr. 10)

95

181197) e da Bergk (1835, p. 321). In precedenza, tutti i veteres editores legge-
vano Διονύσου con Musuro (1514b, s.v. σεελλίσαι), che così interpretava le
parole διονυ σου' (con σου' sovrascritto in interlinea) presenti nel codice
Marciano di Esichio. A Meineke e a Bergk si deve inoltre l’integrazione σε<σ>έλ-
λισαι (che trova pieno riscontro in Phot, σ 151 [= Suid. σ 259, da cui deriva
inoltre Apostol. 15. 41: vd. infra]), in luogo della lectio nihili σε έλλίσαι pre-
servata dalla paradosis.
Di gran lunga più complessa è la situazione testuale relativa al v. 2, che
gli ultimi editori contrassegnano con una crux, segnalando in questo modo
la presenza di un problema. In Esichio, dopo la citazione del primo verso,
il codice Marciano reca le parole κεκομμένα πολλάκις, che la quasi totalità
degli interpreti ha voluto leggere come parte iniziale (corrotta) di un secondo
trimetro: di qui i vari tentativi di emendazione esperiti dalla critica, al fine
di restituire alla pericope una veste metrica accettabile e un senso compiuto:
κεκομμέν’ <ήδη> πολλάκις (Bergk 1835, p. 321; l’intervento è ripreso anche in
Bergk 1853, p. 560: vd. infra); κεκομμέν’ <ένια> πολλάκις (Bothe PCGF, p. 211; il
verso era così reso: «jactatis quibusdam saepe»); κεκομμένα <πολλά^ πολλάκις
(Edmonds FAC I, p. 454, che traduceva: «cut much and often», supponendo
cioè un uso traslato - e, tuttavia, mai attestato - del participio κεκομμένα).
Interventi più cospicui sulla paradosis prospettava Hermann (1852, pp. 91-92)
con la lettura καί κωμικοί πολλάκις, accolta dal solo Blaydes (1893, p. 238
[ad V. 325]). Una svolta significativa nell’interpretazione del passo si ebbe,
quindi, con Meineke (FCG 11.1, p. 585), che propose di correggere il tràdito
κεκομμένα πολλάκις in κεκόμπακας πολλάκις, avanzando la possibilità che
quelle parole non fossero di Frinico, ma costituissero un «interpretamentum»
di Esichio al perfetto σεσέλλισαι in explicit di v. 1: una ‘glossa nella glossa’,
erroneamente scambiata per citazione comica dai moderni.98 Anche Kock
(CAF I, p. 373), facendo propria l’emendazione di Meineke, era propenso a
sostituire la lectio codicis κεκομμένα con κεκόμπακας, ricostruendo il ver-
so (κατ’ Αίσχίνην·^ κεκόμπακας <γάρ> πολλάκις, che attribuiva a Frinico.
Un testo, quello congetturato da Kock, in cui si recuperava un precedente
intervento di Bergk (1853, p. 560), il quale, convinto che il lemma σεσέλλισαι
κατ’ Αίσχίνην di Apostolio (15. 41 [= CPG II, p. 640.9]) avesse come locus

97 In merito a questo studio di Meineke vd. le osservazioni di Bossi 1979, p. 76 n. 3.
98 Per altre glosse esichiane con una struttura analoga cfr., e.g., a 7534: άρτυεν· “ó
Τιτάν άρτυεν” (Anon.Dor. fr. 9) άντί τοϋ διέτασσεν, έβασίλευεν; σ 4: σαβέκ· “έν
φυτω σαβέκ” (Lxx, Ge. 22. 13)· βάτος.
 
Annotationen
© Heidelberger Akademie der Wissenschaften