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Κρόνος (fr. 12)

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ξύλον e ύποτεταμένον (plausibilmente ricostruibile nel verso), sembra lecito
domandarsi se il frammento non possa contenere un riferimento proprio allo
strumento medico descritto nel De articulis. D’altra parte, è opinione ormai
prevalente che, nell’ultimo quarto del V secolo a. C., «Hippocrates was held
in high esteem in Athens [...] and [...] some of thè earlier treatises of thè
Hippocratic Corpus were known in Athens and influenced thè ideas and lan-
guage of several writers, particularly Sophocles, Euripides, and Thucydides
[...]. Aristophanes also, to a degree perhaps insufficiently recognized» (Miller
1945, p. 74): tale dato, unitamente ai risultati degli studi condotti sul De arti-
culis, che sembrano confermare l’appartenenza del trattato «à fècole de Cos»
(Jouanna 1992, p. 540 [= 1994, p. 391]) e una data di composizione compresa
tra la fine del quinto secolo e gli inizi del secolo successivo, porterebbe a non
escludere la suddetta ipotesi interpretativa.
Il pessimo stato di conservazione del frammento impedisce di appurare
se, come suggeriva Meineke (FCG V.l, p. 40), sulla scorta del confronto con
Ar. Pax 48 (ώς κείνος άναιδέως την σπατίλην έσθίει: per l’esegesi del pas-
so cfr. Olson 1998, p. 77), la forma pronominale femminile κείνη (nel caso
in cui non costituisca un errore testuale), possa ritenersi indicativa di una
particolare inflessione linguistica della persona loquens: «fieri potest ut haec
verba Phrynichum lonicum hominem dicentem introduxerit».

fr. 12 (12 K.)
Athen. IX. p. 371e-f
Επαινετός δ’ έν Όψαρτυτικώ τα κεφαλωτά καλεΐσθαί φησι γηθυλλίδας [...]. οί δέ τό
γή Ου ον καλούμενον τούτο φασιν είναι, ού μνημονεύει Φρύνιχος έν Κρόνω· δπερ
εξηγούμενος δράμα Δίδυμος δμοιά φησιν είναι τα γήθυα τοίς λεγομένοις άμπελοπρά-
σοις, τά δ’ αύτά καί γηθυλλίδας (έπιθ- ACE: corr. Daléchamps 1583, ρ. 277) λέγεσθαι
Epeneto (cfr. Cohn 1905), neW Opsartytikón (= “Manuale di cucina”), dice che i porri (tà
kephalotà) sono chiamati gèthyllides [...]. Altri invece sostengono che questo (nome,
i.e. géthyllis) indichi il cosiddetto g e t h y ο n, di cui fa menzione Frinico nel Kronos:
commentando proprio questo dramma, Didimo (p. 306) dice che i gethya sono simili
ai cosiddetti porri delle vigne (ampelóprasoi), e che gli stessi sono noti anche col nome
di gèthyllides
Bibliografìa Meineke FCGILI, p. 584 [Kpóv. fr. iii]; Meineke Ed.min., pp. 229-
230 [Kpóv. fr. iii]; Bothe PCGF, p. 211 [Kpóv. fr. 3]; Kock CAF1, p. 373; Edmonds
FACI, pp. 456-457 [fr. 12]; Kassel/Austin FCG VII, p. 401; Storey FOCHI, p. 55
[fr. 12]
 
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