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Phrynichos

Secondo l’opinione di Geissler (1925, p. 54), lo scenario ricostruito da
Bergk troverebbe un’indiretta conferma nella notizia dell’antico scoliaste
aristofaneo ad Av. 1569b, secondo cui, nei Kòmastai, Frinico si faceva beffe
del politico Lespodia (LGPNH, s.v. [5], p. 278; PAA 600730), prendendone
in giro l’indole bellicosa: τούτον δέ τόν Λαισποδίαν καί στρατηγήσαί φησι
Θουκυδίδης έν τη η', μέμνηται δέ αύτοΰ Φρύνιχος έν Κωμασταΐς ώς πολεμικού
γεγονότος (= fr. 17).* * * 106 Tucidide (VI. 105. 2) ricorda in effetti un Λαισποδίας
tra i comandanti di una spedizione navale che, inviata da Atene ad Argo nella
tarda estate del 414 a. C., compì, durante il tragitto, una serie di scorrerie
lungo le coste del Peloponneso sudorientale: un dato, questo, da cui si deduce
che Lespodia ebbe modo di partecipare alla suddetta spedizione in qualità di
στρατηγός, una carica alla quale doveva essere assurto prima dell’estate del
414 a. C., verosimilmente nella primavera di quell’anno, forse nelle settimane
immediatamente precedenti l’inizio delle Dionisie cittadine.107 Sulla scorta

2008, pp. 70, 77 n. 57. In tempi recenti, anche Storey (FOCHI, pp. 38-39) si è detto
possibilista dinanzi all’idea che «Ameipsias produced one or two of Phrynichus’
comedies, as Philonides did for Aristophanes».
106 Contro Vopinio communis, che, sulla scorta delle parole dello scoliaste, identifica
senza indugi con Ih. Vili. 86. 9 il passo tucidideo in cui si parlerebbe dell’elezione
a stratego di Lespodia, Brandes (1886, p. 36) osservava - non a torto - che «illic
[= Th. Vni. 86. 9] Laespodiam στρατηγήσαί omnino non narratur, sed potius eum,
Aristophontem Milesiamque, legatos a quadringentis Spartam designatos, a Paralis
ut patriae proditores Argivis traditos esse»; la notizia della possibile elezione di
Lespodia alla strategia si ricava invece, e silentio, unicamente dalla testimonianza
di Th. VI. 105. 2 (vd. infra). Per risolvere tale incongruenza (che non era sfuggita
neppure a G. Kaibel [ap. PCGVTL, p. 403]: «Thucydides 1.1. [= Vili. 86. 9] memorai
quidem illum, sed strategum fuisse dicit VI 105,2»), Brandes ipotizzava dunque
l’esistenza di un errore di trascrizione del numerale nel testo scoliastico, per cui da
un originario «έν C = ς' (vel fortasse Z)» (lo studioso alludeva all’oscillazione tra
sistema numerale milesio e sistema numerale ‘omerico’, che, secondo parte della
critica, interesserebbe la divisione libraria dell’opera tucididea: sulla questione vd.
Canfora 1970, pp. 27-28; Lapini 1997, pp. 87-89; sul sistema di numerazione ‘ome-
rico’ vd. Pfeiffer 1968, p. 116 e n. 3) si sarebbe generato, «postea leni corruptela»,
l’attuale «έν H'». Brandes escludeva invece aprioristicamente la possibilità che la
numerazione offerta dallo scoliaste riflettesse una partizione dell’opera di Tucidide
differente rispetto a quella canonica (sulla vexata quaestio vd. Wilamowitz 1885,
pp. 3-20; Hemmerdinger 1948, pp. 104-117; Canfora 1977, pp. 3-39 [vd. anche
Canfora 1970, pp. 17-40]).
107 Le Grandi Dionisie si celebravano in Attica dall’ll al 14 Elafebolione (fine mar-
zo - inizi aprile: cfr. Pickard-Cambridge 1968, pp. 58-66 [= 1996, pp. 81-92]),
mentre le elezioni dei dieci strateghi avvenivano dopo la sesta pritania (cfr. Arist.
 
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