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Κωμασταί (fr. 17)

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gio (costituito, per gran parte, da «fervent democrats» [A. Andrewes, in: HCT
V, p. 289]), che, fatti prigionieri i tre πρέσβεις con l’accusa di aver contribuito
attivamente alla rivolta antidemocratica che, nel maggio-giugno del 411 a. C.,
aveva portato al rovesciamento del governo in Atene, li consegnò agli Argivi
(ad Argo vigeva infatti un ordinamento democratico), perché decidessero della
loro sorte (cfr. Th. Vili. 86. 9). Dopo il 411 a. C., non si hanno più notizie sul
personaggio, sebbene Sommerstein (1987, p. 302 [ad Av. 1569]) non escluda
che «Laespodias may have returned to Athens, with other politicai exiles, in
404» (e, cioè, tra le file degli esuli filo-oligarchici, ai quali, airindomani della
capitolazione di Atene, venne concesso il rientro in patria, al fine di facilitare
il processo di ‘ricomposizione’ deH’unità della polis). Ad ogni modo, la sua
presenza ad Atene dopo il 405 a. C. è confermata dalla testimonianza dello schol.
[ViiZt.Zoc.VE0Barb; Aid.] Ar. Ra. 404a, che ricorda come Lespodia fosse satireg-
giato per le sue gambe antiestetiche128 nel Kinèsias di Strattis, dramma la cui
messinscena, secondo l’antico scoliaste aristofaneo, avvenne “non molto tempo
dopo” (χρόνω [...] ύστερον ού πολλω τινι) quella delle Rane (sulla datazione
della pièce di Strattis cfr. Geissler 1925, p. 70; Meriani 1995, p. 36; Orth 2009,
pp. 100-104). Poiché si tratta di un antroponimo non propriamente usuale in
Attica (oltre al kómddoumenos, sono noti altri tre Ateniesi con questo nome: cfr.
PAA 600725 [inizi del V secolo a. C.] ; PAA 600735 [c. 490-480 a. C.] ; PAA 600740
[c. 370 a. C.]), il Λαισποδίας attaccato dai comici andrà con tutta probabilità
identificato con l’omonimo contendente di Antifonte nella perduta orazione
κατά Λαισποδίου (frr. 21-25 Sauppe): Γidentificazione era caldeggiata già da
Meineke (FCG Π.1, p. 476); così, fra gli altri, anche Kahrstedt (1924, p. 517.19),
Sommerstein (1987, p. 302 [ad Av. 1569]), Dunbar (1995, p. 717 [adAv. 1567-9])
e Hamel (1998, p. 145 [ad nr. 17, n. a]).
πολεμικού “Bellicoso” (cfr. LSJ, s.v. [II], p. 1432: «warlike»), Ben testi-
moniato in prosa, l’aggettivo è estremamente raro nei testi in poesia: gli unici
casi certi sono Ar. Pax 674; Men. Pk. 172; dubbia è la testimonianza di Aesch.
fr. 146b (vd. Radt ad loc.). Dal contesto non è possibile stabilire se Frinico can-
zonasse Lespodia proprio con tale epiteto ovvero se l’espressione faccia parte
di una sorta di parafrasi dello scoliaste. Condivisibile appare dunque la scelta
di Kassel/Austin di non stampare il vocabolo con una spaziatura maggiore;
cosa che invece fa, per es., Edmonds (FACI, p. 456). Sugli aggettivi in -ικός,

128 Per questa accusa cfr. anche Ar. Av. 1567-1569 (con Dunbar 1995, p. 716); Eup. fr.
107 (con Telò 2004 [vd. inoltre Telò 2007, pp. 242 con n. 142, 565-568]); Theopomp.
Com. fr. 40; Com.Adesp. fr. 380; sul kómddoumenos Lespodia vd. ora Orth 2009,
pp. 120-122.
 
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