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Μονότροπος

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maschera del dyskolos di menandrea memoria, esemplifica con la sua persona
un modello di vita αηίζ-sociale,* * * * * * * * * * * * * * * * * * * 137 che si pone in aperta controtendenza rispet-
to al sistema associativo di Atene, la polis per eccellenza; una realtà, quella
ateniese, con cui il protagonista era tuttavia chiamato a confrontarsi: i non
pochi riferimenti a figure dell·Atene contemporanea contenuti nei frammenti
(frr. 21-23, 27) sembrano infatti suggerire la possibilità che, nel corso della
vicenda drammatica, la tanto ostentata solitudine del Monotropos andasse
verosimilmente incontro a «some reversai» (Ceccarelli 2000, p. 461).
Se - come ha supposto la maggior parte della critica - lo status di isola-
mento fosse stato raggiunto dal Monotropos in seguito a una fuga dal consor-
zio umano analoga a quella tentata da Pisetero e da Evelpide negli Uccelli di
Aristofane non è possibile ricavare dalla lettura dei frammenti;138 né, d’altra

e Zimmermann (2011, p. 751). Grande fortuna ha incontrato nel corso degli studi
la definizione di Kòrte (1941, p. 920.12-13), per il quale il Monotropos rappresen-
terebbe «der erste Versuch einer Charakterkomòdie» (cfr. Weinreich II, p. xlvii
[che parla nello specifico di «Charakterstudie»]; Kraus 1972, p. 829.8-9; Jacques
1963, p. 34, 19762, p. xxxii; Armstrong 1987, p. 8; Ceccarelli 2000, p. 468 n. 40 [che
si richiama espressamente alle parole di Kòrte]; Csapo 2000, p. 119 [che, al pari di
Weinreich, etichetta il dramma come esempio di «character study»]; Zimmermann
2011, p. 751). Prima di Kòrte, il primo studioso a parlare di «Charakterkomòdie» a
proposito del Μονότροπος fu - a mia scienza - Welcker (1830, pp. 473-474 [= KSI,
p. 340]). A parere di Gii (1974, p. 79), il Monotropos rappresenterebbe addirittura «el
primer ensayo de teatro psicològico». Di contro, Meineke (1827, p. 10, FCGI, p. 156)
osservava: «falleretur tamen, me iudice, qui ideo moratam sive ηθικήν fuisse hanc
fabulam putaret» (il sintagma ‘fabula ηθική’ va qui probabilmente inteso secondo
l’accezione aristotelica di dramma “di carattere”, e cioè di ‘opera teatrale’ che esalta
«thè inner tendencies of thè performing characters»: cfr. Verdenius 1945, p. 257);
vd. inoltre Stiévenart 1851, p. 29: «Le Solitaire [...] n’était pas, ainsi que son titre
semble l’indiquer, une comédie de caractère: [...] elle était politique» (a sostegno
di tale ricostruzione lo studioso portava quindi l’elevato numero di «citoyens [...]
illustrés ou déshonorés» nei frammenti superstiti della commedia).
137 Sul Monotropos come simbolo dell’anfi-società cfr. Ceccarelli 1992, p. 34, 2000,
p. 461; Sommerstein 1998, p. 37 [= 2009, p. 173]; Ruffel 2000, p. 494; Stark 2004,
p. 116.
138 Si è supposta da parte degli esegeti una fuga del Monotropos da Atene, a causa del
malcontento «per la vita pubblica di Atene all’epoca della spedizione di Sicilia»
(D. Del Corno, in: Zanetto 1987, p. xii n. 1; cfr. inoltre Silva 1987, p. 33; Tornassi
2011, p. 18) ovvero per il disgusto verso la πολυπραγμοσύνη degli Ateniesi (cfr., in
particolare, Schmid 1946, p. 138: «Der Μονότροπος ist eine Form des άπράγμων, in
dessen Auftreten sich die Staatsflucht und Staatsmiìdigkeit welter Kreise Athens in
der besonders aufgeregten Zeit der sizilischen Expedition ausdriickt»; vd. inoltre
 
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