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146

Phrynichos

Cobet - giudicato con favore da Blaydes (Adv. II, p. 52), il quale, tuttavia,
non escludeva la possibilità di leggere i versi come τηλικοΰτος
ών γέρων / άπαις άγύναικος <— - fu respinto da Meineke (FCG V.l,
p. 41), che giudicava la voce γέρων indispensabile al senso complessivo della
citazione. Un originario τηλικοΰτος (μονο^γέρων congetturava infine Kock
(CAF I, p. 376), sul fondamento di Phryn. PS, p. 88.12-13 (= Com.Adesp. fr.
*628): μονογέρων· τό{ν} μονότροπον koù δύσκολον γέροντα σημαίνει (vd.,
supra, ad n. 135).
Al v. 2, non è necessaria la correzione άγύναιος per άγύναικος tentata da
G. Kaibel (ap. PCG VII, p. 404 [ad fr. 19.1]), avendo come termine di confronto
la glossa, tràdita dalla Συναγωγή (μ 261 [= An.Bachm. I, p. 303.12]), da Fozio
(μ 525) e dalla Suda (μ 1237), μονότροπος· μόνος τραφείς, άγαμος [αγαθός Σ,
Phot., Suid.: corr. Rigault Not., p. 123], άγύναιος. Rispetto ad άγύναιος, che è
parola rara (e d’uso letterario tardo: cfr., e.g., Dio Cass. LVL 1. 2; Porph. Abst.
IV. 17), l’aggettivo άγύναικος è un hapax in letteratura e, pertanto, ha ottime
possibilità di essere autentico.
Interpretazione Sebbene Polluce manchi di esplicitare il titolo della com-
media da cui desume la citazione, gli studiosi convengono con Bergk (1838,
p. 372) e con Meineke (FCG II.1, p. 156) nel restituire il distico al Monotropos,
assegnandolo, sulla scorta delle osservazioni di Cobet (1840, p. 43), al mede-
simo contesto cui sembra appartenere il fr. 19. Edmonds (FAC I, p. 459), in
particolare, rende il frammento con «a graybeard of my [il corsivo è mio]
age Childless and wifeless», lasciando cioè intendere che a parlare sia il
Monotropos; cfr. inoltre Weinreich (II, p. 407), che inserisce i versi, dopo una
lacuna di dimensioni imprecisate, nello stesso discorso di cui fa parte il fr. 19;
un’analoga scelta editoriale si riscontra in Cantarella (1959, p. 99 n. 75 [= 1970,
p. 376 n. 75]), che assegna, dopo una lacuna, le sole parole άπαις άγύναικος
alla rhèsis del Monotropos contenuta nel fr. 19, e in Zimmermann (2006, p. 185
[= 2010, p. 170]), che riunisce e traduce i frr. 19-*20 in successione, senza se-
gnalare la presenza di una lacuna. E, tuttavia, se la citazione va effettivamente
ricondotta al contesto del fr. 19, è altamente improbabile - come notava già
Gòrler (1963, p. 274) - che il personaggio eponimo del dramma, che, proprio
nel fr. 19, offre un elenco, quasi con ostentato orgoglio («mit àhnlichem Stolz»:
vd. supra), dei suoi γνωρίσματα (tutti negativi: vv. 3-4), si riferisca successi-
vamente al dato della sua età in termini spregiativi (τηλικουτοσί γέρων: “un

possibile altro esempio la locuzione τηλικοίδε γέροντες in Plato Cri. 49a, in cui la
voce γέροντες è di fatto espunta dai moderni editori di Platone.
 
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