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Phrynichos

cerebbe i suoi strali, perché, con la spedizione militare in Sicilia, essi avevano
provocato la forzata assenza da Atene di molti potenziali kdmòdoumenoL199
ψώρ(α)... μέγα Un’analoga struttura sintattica è possibile cogliere in Ar.
Ach. 1150-1152 (sezione lirica): maledictio contro Antimaco (Αντίμαχον τόν
Ψακάδος [...] κακώς έξολέσειεν ό Ζεύς [“possa Zeus far fuori Antimaco, il
figlio di Scaracchio”]: vv. 1150-1151) + denuncia del gesto all’origine dell’odio
(ός γ’ εμέ τον τλήμονα Λήναια χορηγών άπέλυσ’ άδειπνον [“colui che, facen-
do il corego alle Lenee, mi lasciò - ahimè! - senza cena”]: v. 1152). Sull’esegesi
del passo aristofaneo vd. Olson 2002, pp. 348-350.
ψώρ(α) Con tale vocabolo la medicina greca antica indicava, inter alia, un
tipo di dermatosi (identificabile - forse - con la psoriasi ovvero con la scabbia:
cfr. Konstantinidis/Tsiantoula 2005, p. 1456 [ad 22024]; Cowden/Van Vorhees
2008, p. 1) relativamente benigna e curabile (e, quindi, considerata una sorta
di difetto estetico temporaneo, più che una malattia vera e propria: cfr. Hp.
Aff. 35 [= VI, p. 246.4-6 Littré]): Λεπρή καί κνησμός καί ψώρη καί λειχήνες
καί άλφός καί άλώπεκες [...]· έστι δε ταύτα άεικέα μάλλον ή νοσήματα;
anche per Thphr. fr. 9. 14 Wimmer la ψώρα è un’affezione cutanea - provocata
dagli umori grassi o acidi emanati dal corpo con la sudorazione - priva di
conseguenze per la salute generale del corpo), caratterizzata dalla compar-
sa di chiazze desquamanti e stratificate di colore solitamente biancastro in
superficie, la cui asportazione, in seguito a grattamento metodico, compor-
tava il manifestarsi di vasti arrossamenti cutanei e di lesioni emorragiche (in
merito cfr. la descrizione fornita da Orib., CMG VI.2.2, p. 250.24-28 Ràder).
Sulla pratica dei commediografi di riferire gravi patologie cutanee ai bersagli
dei loro attacchi satirici cfr. Hermipp. 63.7 (la persona loquens si augura che
il dio Dioniso procuri la “psoriasi [ψώραν] agli Spartani”; per l’esegesi del
frammento ermippeo vd. ora Pellegrino 2000, pp. 210-211); Eup. fr. 206 (con
le notazioni di Storey [2003, p. 211]).
Συρακόσιον Politico di professione per lo schol. [VEFMLh; Aid.] Ar. Av.
1297a, Siracosio (LGPNII, s.v. [1], p. 411; PAA 853435) è personaggio noto
esclusivamente in commedia: se si esclude il caso piuttosto dubbio di Eup. fr.
259 (dai Prospaltioi, portati in scena verosimilmente nel 429 a. C.: cfr. Storey

199 Non ha incontrato molta fortuna presso la critica la proposta ricostruttiva di Lubke
(1883, p. 24), il quale suggeriva di emendare il tràdito άφείλετο γάρ κωμωδεΐν
οΰς έπεθύμουν (che non assegnava a Frinico, ma a un altro commediografo: vd.,
supra, ad n. 196) in άφείλετο γάρ κωμωδεΐν ώς έπεθύμουν, ritenendo che la finalità
precipua del decreto fosse stata quella di impedire ai poeti comici di fare satira nel
modo in cui volevano; contro questa possibilità esegetica vd. tuttavia le notazioni
di Sommerstein (1986, p. 102 con n. 10).
 
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