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Phrynichos
artopópon [acc.]: sia gli Attici che gli Ioni (chiamano così) il panettiere (tòn artokóporì).
E nel Monotropos di Frinico ricorre (il verbo) artopopeìn (= “cuocere il pane”)
Poli. VII. 21 [FS, A, BC]
άρτοπόποι (-κόποι A). Ξενοφών (om. B) δέ καί άρτοκόπους έφη· τό δέ ρήμα το (το δέ
ρ. τό om. Ο)άρτοκοπεΐν (άρτοποπ. corr. Meineke FCG ILI, p. 591) έν Φρυνίχου
(καί άρτ. Φρ. C) Μονοτρόπω (om. BC). έν δ’ Αριστοφάνους Ήρωσιν αρτοποιία
artopópoi (= “panettieri”). Senofonte, invece, dice anche artokópoi (An. IV. 4. 21, Hel.
VII. 1. 38); e il verbo artokopeìn (= “impastare il pane”) (è impiegato) nel Monotropos
di Frinico. (Il nome) artopoiia (= “panificazione”) (ricorre) invece negli Hèroes di
Aristofane (fr. 327)
Tim.Gaz., Schol. [A] Cyrill., ap. Reitzenstein 1897, p. 297
άρτοκοπείον (-εϊν Reitzenstein Z.c.) [...] εΐρηται παρά Φρυνίχω
artokopeìon (= “panificio”; o artokopeìn, seguendo l’emendazione di Reitzenstein) [...]
è detto da Frinico
Bibliografia Meineke FCG ILI, p. 591 [Mov. fr. xi]; Meineke Ed.min. p. 232
[Mov. fr. xi]; Bothe PCGF, p. 214 [Mov. fr. 11]; Kock CAFI, p. 378; Edmonds
FACI, pp. 460-461 [fr. 27]; Kassel/ Austin FCG VII, p. 408; Storey FOCHI, p. 63
[fr. 28]
Contesto della citazione La Συναγωγή (a 2166) e Fozio (a 2906) informano
che Frinico fece uso, έν Μονοτρόπω, del verbo denominale άρτοποπεΐν. Una
notizia che non sembra però trovare riscontro nell’Onomasticon di Polluce (VII.
21), in cui si documenta per il poeta l’impiego della forma verbale άρτοκοπεϊν.
Un’ulteriore testimonianza sul passo viene individuata da Reitzenstein (1897,
p. 297) in uno scolio di Timoteo di Gaza (V-VI d. C.; su questo grammatico cfr.
Steier 1937; Matthaios 2002) al Glossario di Cirillo di Alessandria (V d. C.), in
cui si attesta l’occorrenza della lexis άρτοκοπείον in Frinico (παρά Φρυνίχω).
Interpretazione Tre testimonianze apparentemente inconciliabili fra loro. A
quanto attesta il grammatico Frinico (BcZ. 193), sembra che gli Attici indicas-
sero la figura del “panettiere” con i nomi άρτοπόπος ovvero αρτοποιός (in
origine, per designare tale categoria professionale era impiegato il composto
σιτοποιός; cfr. Ih. VI. 44; Blumner I, p. 91 con n. 2); la grafia άρτοκόπος,
segnalata dalla Συναγωγή (a 2166) e da Fozio (a 2906) come quella più cor-
retta, sarebbe in realtà una variante “dozzinale” (άδόκιμον: così il sopra citato
Frinico; cfr. anche Ps.-Hdn. Philet. 177: άρτοπόπος, ούχί άρτοκόπος· έγκειται
γάρ τό πέπτειν, ούχί ό κόπος; vd. inoltre Thom.Mag. ρ. 4.7 Ritschl: άρτοπόπος
κάλλιον ή άρτοποιός καί σιτοποιός), tuttavia ben documentata nell’uso lin-
guistico ionico-attico di V-IV secolo (cfr., e.g., Hdt. I. 51. 5, IX. 82. 1; Plato Grg.
Phrynichos
artopópon [acc.]: sia gli Attici che gli Ioni (chiamano così) il panettiere (tòn artokóporì).
E nel Monotropos di Frinico ricorre (il verbo) artopopeìn (= “cuocere il pane”)
Poli. VII. 21 [FS, A, BC]
άρτοπόποι (-κόποι A). Ξενοφών (om. B) δέ καί άρτοκόπους έφη· τό δέ ρήμα το (το δέ
ρ. τό om. Ο)άρτοκοπεΐν (άρτοποπ. corr. Meineke FCG ILI, p. 591) έν Φρυνίχου
(καί άρτ. Φρ. C) Μονοτρόπω (om. BC). έν δ’ Αριστοφάνους Ήρωσιν αρτοποιία
artopópoi (= “panettieri”). Senofonte, invece, dice anche artokópoi (An. IV. 4. 21, Hel.
VII. 1. 38); e il verbo artokopeìn (= “impastare il pane”) (è impiegato) nel Monotropos
di Frinico. (Il nome) artopoiia (= “panificazione”) (ricorre) invece negli Hèroes di
Aristofane (fr. 327)
Tim.Gaz., Schol. [A] Cyrill., ap. Reitzenstein 1897, p. 297
άρτοκοπείον (-εϊν Reitzenstein Z.c.) [...] εΐρηται παρά Φρυνίχω
artokopeìon (= “panificio”; o artokopeìn, seguendo l’emendazione di Reitzenstein) [...]
è detto da Frinico
Bibliografia Meineke FCG ILI, p. 591 [Mov. fr. xi]; Meineke Ed.min. p. 232
[Mov. fr. xi]; Bothe PCGF, p. 214 [Mov. fr. 11]; Kock CAFI, p. 378; Edmonds
FACI, pp. 460-461 [fr. 27]; Kassel/ Austin FCG VII, p. 408; Storey FOCHI, p. 63
[fr. 28]
Contesto della citazione La Συναγωγή (a 2166) e Fozio (a 2906) informano
che Frinico fece uso, έν Μονοτρόπω, del verbo denominale άρτοποπεΐν. Una
notizia che non sembra però trovare riscontro nell’Onomasticon di Polluce (VII.
21), in cui si documenta per il poeta l’impiego della forma verbale άρτοκοπεϊν.
Un’ulteriore testimonianza sul passo viene individuata da Reitzenstein (1897,
p. 297) in uno scolio di Timoteo di Gaza (V-VI d. C.; su questo grammatico cfr.
Steier 1937; Matthaios 2002) al Glossario di Cirillo di Alessandria (V d. C.), in
cui si attesta l’occorrenza della lexis άρτοκοπείον in Frinico (παρά Φρυνίχω).
Interpretazione Tre testimonianze apparentemente inconciliabili fra loro. A
quanto attesta il grammatico Frinico (BcZ. 193), sembra che gli Attici indicas-
sero la figura del “panettiere” con i nomi άρτοπόπος ovvero αρτοποιός (in
origine, per designare tale categoria professionale era impiegato il composto
σιτοποιός; cfr. Ih. VI. 44; Blumner I, p. 91 con n. 2); la grafia άρτοκόπος,
segnalata dalla Συναγωγή (a 2166) e da Fozio (a 2906) come quella più cor-
retta, sarebbe in realtà una variante “dozzinale” (άδόκιμον: così il sopra citato
Frinico; cfr. anche Ps.-Hdn. Philet. 177: άρτοπόπος, ούχί άρτοκόπος· έγκειται
γάρ τό πέπτειν, ούχί ό κόπος; vd. inoltre Thom.Mag. ρ. 4.7 Ritschl: άρτοπόπος
κάλλιον ή άρτοποιός καί σιτοποιός), tuttavia ben documentata nell’uso lin-
guistico ionico-attico di V-IV secolo (cfr., e.g., Hdt. I. 51. 5, IX. 82. 1; Plato Grg.