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Phrynichos

Athen. Epit. II. p. 47f
δτι καί τρίκλινοι οίκοι καί τετράκλινοι καί έπτάκλινοι καί έννεάκλινοι (κ. ένν. om. Ε)
καί κατά τούς έξης άριθμούς ήσαν παρά τοίς παλαιοϊς [...]. Φρύνιχος- “έπτάκλινος
— οίκος”
(si dice) che presso gli antichi vi fossero sale (da pranzo) con tre lettini, con quattro
lettini, con sette lettini, con nove lettini e anche con un numero maggiore (di lettini)
[...]. Frinico: ...

Metro Trimetri giambici.
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Bibliografìa Meineke FCG ILI, p. 604 [Inc.fab. fr. v]; Meineke Ed.min, p. 238
[Inc.fab. fr. v]; Bothe PCGF, p. 219 [Inc.fab. fr. 5]; Kock CAF I, p. 387; van
Herwerden 1882, p. 73; Blaydes Adv. I, p. 45; Blaydes Adv. II, p. 54; Edmonds
FAC I, pp. 470-471 [fr. 66]; Kassel/Austin PCG VII, p. 423; Storey FOC III,
pp. 76-77 [fr. 69]
Contesto della citazione II frammento è preservato nell’epitome del II libro
dei Sofisti a banchetto, in merito alla discussione (pp. 47f-48a) sui “lettini” (κλΐ-
ναι) quali elementi essenziali dell’arredo della sala da pranzo (οίκος: per questa
valenza del termine vd. infra). I trimetri di Frinico vengono citati come esem-
pio deU’impiego dei composti aggettivali έπτάκλινος e έννεάκλινος (accordati
sintatticamente con οίκος), per indicare delle sale da pranzo rispettivamente
con sette e nove lettini.
Sull’arredamento delle sale conviviali e, in particolare, sulle κλϊναι cfr.
Richter 1966, pp. 52-63; Boardman 1990.
Testo Ricondotto da Schweighàuser (Athen. I, p. 182; in Athen. I, p. 334) entro
un improbabile schema trocaico (a patto però di emendare il tràdito είτ’ in καί
e di non ammettere la correptio attica in έννεάκλινος: έπτάκλινος οίκος ήν
καλός, καί [con iato] έννεάκλινος / έτερος οίκος), il frammento fu ordinato
più correttamente in due trimetri giambici da Jacobs (1809, p. 41).352

352 Merita senz’altro di essere segnalato che, nell’editioprinceps di Ateneo, il frammen-
to era letto (prosasticamente) come έπτάκλινος οίκος ήν καλός είτ’ έννεάκλινος
ούτοσί καί πέντε κλίνας σικελικάς- λέγ’ άλλό τι σικελικαί προσκεφάλαια πέντε.
Musuro (1514a, ρ. α 26.14-15) accorpava infatti i versi di Frinico ai successivi
di Eubulo (fr. 119.1-3), omettendo, forse a causa di un saut du mème au mème,
le parole Εύβουλος- θές έπτάκλινον. έπτάκλινος. L’omissione, perpetuata anche
nell’edizione di Bedrot/Herlin del 1535 (p. 24.14-15), fu poi alla base delle errate
 
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