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Incertarum fabularum fragmenta (fr. 78)

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ti, come Cameleonte (fr. 28c Giordano), sono incerti a proposito di questi versi, se cioè
siano di Stesicoro ovvero di Lamprede, sebbene Frinico li attribuisca a Lamprocle
(PMG 274), discepolo? Anche (?) Aristofane altera (l’inizio?), dicendo: “[Pallade],
distruttrice di città, [tremenda] ...”
d). Schol. [BD, Oxon.] Aristid. Or. 46. 162 [= 3. 155 Behr] (III, p. 538.7-10 Dindorf)
(Παλλάδα περσέπολιν δεινάν) τον [...] ποιητήν αύτοϋ (αύτόν D) 'Ρούφος καί Διονύσιος
ίστοροϋσιν (Ιστοριαγραφοίσιν D) έν τή (τή om. Oxon.) Μουσική Φρύνιχόν τινα, άλλοι
δέ φασι Λαμπροκλέα ή Στησίχορον, hinc Τζ. Η. 1.685-687 Leone, cum schol. in:
An.Ox. Ili, p. 353.12-13
(“Pallade terribile distruttrice di città”) Rufo (cfr. Schultz 1914, p. 1207.35-38) e Dionigi
(cfr. Cohn 1903, p. 987.5-10) nel loro trattato Sulla musica sostengono che l’autore di
questo inno sia un certo Frinico, altri invece dicono si tratti di Lamprocle ovvero di
Stesicoro
Bibliografìa Meineke FCG ILI, p. 607 [Inc.fab. fr. xvii]; Meineke Ed.min.,
p. 240 [Inc.fab. fr. xvii]; Kock CAFI, P· 388; van Leeuwen 1898, p. 154 [adNu.
967]; Kòrte 1924, p. 242; Scorza 1932, p. 12 n. 1; Holwerda 1952; Edmonds
FAC I, pp. 472-473 [fr. 72]; Holwerda 1977, p. 186; Kassel/Austin PCG VII,
pp. 426-427; Sgobbi 2006; Storey FOCIII, pp. 78-79 [fr. 78]
Contesto delle citazioni In Ar. Nu. 889-1104, nel corso della scena agonale
che lo vede contrapposto al Discorso peggiore, il Discorso migliore, chiamato
a illustrare in cosa consistesse propriamente l’educazione tradizionale (v. 961),
rivela che, in passato, un ruolo di primissimo piano nel curriculum degli studi
di un giovane ateniese aveva Linsegnamento della musica e del canto, specie
dell’inno Παλλάδα περσέπολιν δεινάν (v. 967). Nel fornire qualche ragguaglio
sulla paternità di tale άσμα (molto discussa già in antico), lo scolio conservato
dai codici R e V lo attribuisce a Lamprocle (PMG 735a),374 sul fondamento
dell’autorità di un certo Φρύνιχος, identificato dalla più parte degli studiosi
con il commediografo:375 (a); lo scolio estense (ripreso poi dall’ Aldina), pur

374 Un poeta ditirambico (διθυραμβοποιός) di nome Lamprocle è ricordato da Ateneo
(XI. p. 491c) e gli esegeti ritengono che proprio a costui, vissuto forse all’inizio del
quinto secolo e di cui ben poco è noto con certezza, si riferiscano le notizie sull’inno
a Pallade. Sulla figura di Lamprocle vd. ora Wallace 2003, pp. 73-77, 91-92.
375 Così già Meineke (FCG ILI, p. 607, Ed.min., p. 240); cfr. inoltre Kock CAFI, p. 388;
Kòrte 1924, p. 242. Al poeta comico pensava anche Holwerda (1952, p. 230 n. 4),
salvo poi, nell’edizione degli scoli aristofanei, orientarsi in favore del grammatico:
nelle testimonianze (a), (b) e (c), il nome di Frinico viene ricordato insieme a quelli
del critico peripatetico Cameleonte (IV-ΠΙ a. C.) e di Eratostene (III a. C.), sicché
 
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