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364

Phrynichos

Dubia
Sono qui di seguito registrati quei frammenti verso cui Kassel/ Austin nutro-
no forti dubbi circa la loro assegnazione al commediografo, potendo infatti
essere ricondotti anche all’omonimo poeta tragico di VI-V secolo (vd., supra,
ad Nome) ovvero al grammatico atticista vissuto al tempo degli imperatori
Marco Aurelio e Commodo (II d. C.).

fr. dub. 87 (5 Dem.) = Phryn. PS, fr. *16
Phot, [b, z] a 1289
άμυκλάδες· υποδημάτων είδος [...]. κέκληται δε άπό των έν Λακεδαίμονι
Αμυκλών, ώς έκεϊ κατασκευαζομένου τοϋ τοιούτου υποδήματος, οϋτως Αριστοφάνης
καί Φρύνιχος
amyklàdes (= “calzari di Amicle”): un tipo di calzari [...]. Prendono il nome da
Amicle, in Laconia, perché lì si indossavano questi calzari. Così Aristofane (fr. 769)
e Frinico
Bibliografia Reitzenstein 1907, pp. xxi, 98; Kòrte 1911, p. 251; Demiahczuk
1912, p. 75 [fr. dub. 5]; Edmonds FACI, pp. 472-473 [fr. dub. 88A]; Kassel/Austin
PCG III.2, p. 379, VII, p. 429
Contesto della citazione II frammento è preservato dal cosiddetto ‘nuovo’
Fozio tramandato dai codici b e z all’interno della glossa relativa al sostantivo
άμυκλάδες, termine di cui si documenta l’impiego in Aristofane (fr. 769) e in
Frinico.
Attribuzione Che dietro il Φρύνιχος menzionato nella glossa foziana andasse
forse riconosciuto il poeta comico suggerivano per primi Reitzenstein (1907,
p. xxi; ma, a p. 98, lo studioso reputa altrettanto plausibile l’identificazione con
il grammatico) e Kòrte (1911, p. 251). Tra gli άμφισβητήσιμα del commedio-
grafo registrava il passo Demiahczuk (1912, p. 75), il quale, tuttavia, guardava
con favore all’idea di restituire il frammento a Frinico atticista, allineandosi
alla scelta editoriale di Borries (cfr. Phryn. PS, fr. *16, p. 134.9-12): quest’ultimo
fondava la sua proposta di attribuzione al grammatico sul confronto con lo
schol. [P] Apoll.Rhod. 1.1134-1139b (p. 103.4-5 Wendel), in cui si leggono le pa-
role, ρόμβος [...] τινές δε ρύμβον αυτόν καλούσιν, ώς καί Εύπολις έν Βάπταις
(fr. 83) καί Δίδυμος (ρ. 69 Schmidt), che Naber (1864, ρ. 10) così interpretava:
«Didymus confirmat scripturam ρύμβον testimonio Eupolidis: Εύπολις καί
 
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