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Μονότροπος (fr. 30)

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Interpretazione L’esiguità del citatum e l’assenza di un contesto non per-
mettono di formulare un’ipotesi interpretativa del passo. Ciononostante, non
si può escludere che la commedia includesse «an incident of violence» (così
Storey FQC III, p. 59).
γνάθοι II verbo non è altrove attestato in letteratura; il che ha indotto
Schmid (1946, p. 141 n. 2) a ritenere che si tratti di un conio linguistico del
commediografo. Per altri esempi di verbi denominativi in -όω formati sulla
base di sostantivi ovvero di aggettivi designanti parti del corpo cfr. Soph. fr.
53: έμπλευρού (“lànciati ai fianchi!”: da πλευρά, “fianchi”), con Pearson (I,
p. 35), il quale, a sua volta, rinvia all’omerico γυιουν (“azzoppare”: da γυΐα,
“gambe”; cfr. II. VHI.402, 416) e al verbo κεφαλαιοϋν (“trattare per sommi capi”:
dall’aggettivo κεφάλαιος, derivato da κεφαλή, “testa”), per cui cfr. Th. III. 67. 7.

fr. 30 (29 K.)
Antiatt. p. 99.14-15
θηλάζει· άντί (του> δίδωσι (άντί δίδωσι Coisl.: τού add. I. Bekker, in: AGI, p. 99.14)
θηλήν. Φρύνιχος Μονοτρόπω
thèlàzei (= “[ella/essa] allatta”): (sta) per “(ella/essa) porge il seno (o la mammella,
per allattare)”. Frinico nel Monotropos
Bibliografia Meineke FCG ILI, p. 591 [Mov. fr. x]; Meineke Ed.min. p. 232
[Mov. fr. x]; Bothe PCGF, p. 214 [Mov. fr. 10]; Kock CAPI, p. 378; Edmonds
FACI, pp. 460-461 [fr. 29]; Kassel/Austin, PCGVII, p. 408; Storey FOCIII, p. 63
Contesto della citazione II frammento è preservato dal lessico Antiatticista,
il cui proposito è quello di richiamare l’attenzione sul solecismo θηλάζει.
Interpretazione La glossa si inserisce probabilmente nella disputa grammati-
cale relativa all’individuazione del significato più corretto in Attico di θηλάζω
(si tratta di un verbo denominale da θηλή, «seno»; cfr. LSJ, s.v. [I], p. 798:
«teat»). Variamente attestato in prosa (specie nella trattatistica aristotelica,
nel corpus Hippocraticum e in Galeno), ma piuttosto raro in poesia (oltre al
frammento di Frinico, la più antica occorrenza nota del termine, cfr. Theocr.
3.16, 14.15), il verbo può registrare, all’attivo, un valore transitivo (“allattare”),
detto della madre/balia ovvero del mammifero adulto di sesso femminile, e uno
intransitivo (“poppare”, “succhiare”), riferito al bambino ovvero al piccolo di
mammifero (cfr. Schenkeveld 2002, pp. 515-516 [vd. inoltre pp. 531-532]): un
significato, quest’ultimo, che, per quanto venga indicato dai lessici bizantini
 
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