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Phrynichos

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Interpretazione II contenuto di questo frammento è piuttosto singolare: si
tratta di un’apostrofe alle βεμβράδες, pesci cui gli antichi Greci attribuivano
uno scarso valore commerciale, ritenendoli alla portata di tutti. Un soggetto
“vile”, che si pone in comico, stridente contrasto con himpiego dell’aggettivo
θαλάσσιος, che, invece, conferisce al verso una patina altisonante, enfatizzata
dall’interiezione ώ con cui si apre il passo. La brevità del citatum e la mancanza
di un contesto di riferimento non permettono di chiarire le ragioni che spin-
sero Frinico a inserire quest’apostrofe nel suo dramma, ma nulla vieterebbe
di immaginare, anche in ragione del primo titolo della commedia, che il verso
fosse messo in bocca a un personaggio che intendesse riecheggiare (se non
forse parodiare) alcuni stilemi espressivi propri del genere ‘serio’ della poesia
tragica.
Molto suggestiva, ma tuttavia indimostrabile, sempre a causa dell’assenza
di un contesto, è la proposta, avanzata da Henry (1988, p. 28 con n. 51), di
intravedere nella menzione delle βεμβράδες un’allusione κατά μεταφοράν
ad alcune figure di etère (per analoghe immagini metafrastiche in cui l’etèra
è indicata per mezzo di nomi designanti specie ittiche cfr., e.g., Antiph. fr. 27;
Eub. fr. 75; vd. inoltre Hyp. fr. 24 Jensen; Apollod. FGrHist 244 F 210; Phot, a
3406, 3409 [con Theodoridis ad loc.]; sull’uso di dare alle prostitute nomi di
cibi ovvero di animali cfr. Alvoni 1997).
ώ L’interiezione con cui si apre il frammento serve a conferire maggiore
enfasi all’apostrofe stessa: su questa valenza di ώ cfr. Rossi 1971, p. 22.
χρυσοκέφαλοι In tutta la letteratura greca superstite, il composto - for-
mato sulla radice dei sostantivi χρυσός (“oro”) e κεφαλή (“testa”) - ricor-
re in Frinico (prima attestazione nota) e, poi, in autori tardi, per lo più
in opere di carattere encomiastico (come epiteto riferito ad Alessandro il
Grande: cfr., e.g., Ps.-Callisth. Hist.Alex. [E] 91. 4, 94. 2, 98. 1, 118. 1, 127. 4
Lolos - Konstantinopulos) ovvero di contenuto agiografico (cfr., e.g., Johannes
Lazaropoulus, Synopsis, 1117, 1195, 1399, 1591 Rosenqvist). L’uso di compo-
sti aggettivali in χρυσ(εο/ο)- è ben documentato nei generi poetici ‘seri’
dell’epica (cfr., e.g., II. V.358; Hes. Fh. 916; Hymn.Hom. 6.5, 12: χρυσάμπυξ;
II. V.509, XV.256: χρυσάορος; II. XX.70: χρυσηλάκατος), della lirica (cfr.,
e.g., Bacchyl. fr. 15.2 S.-M.1’: χρύσαιγις; Bacchyl. Epin. 13.194; Pi. O. 3.19, P.
5.9,1. 6(5). 19: χρυσάρματος; Sapph. fr. 192 Voigt: χρυσαστράγαλος) e della
tragedia (cfr., e.g., Aesch. Pers. 80: χρυσόγονος; Soph. OC 685: χρυσαυγής
[cfr. Ar. Av. 1710, con le notazioni di Dunbar 1995, p. 746]; Eur. HF 375:
χρυσοκάρανος [si tratta di una forma dorica]; Eur. lon 890: χρυσανταυγής;
Eur. Ph. 176: χρυσεόκυκλος). Che dietro la scelta stilistica del termine si celi
una qualche reminiscenza poetica ovvero un intento parodico da parte del
commediografo?
 
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