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Testimonia (T. 1)

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tosi di aver maldestramente omesso la sequenza di drammi da Μονότροπος
a Ποάστριαι, l’avrebbe aggiunta, in un secondo momento, dopo il gruppo di
commedie Σάτυροι, Τραγωδοί ή Απελεύθεροι, ricopiando per la seconda volta
il titolo Σάτυροι. Uno scenario più articolato ricostruiva invece Brinkmann
(1902, pp. 487-488), secondo cui la “svista” sarebbe stata doppia, in quanto da
ascriversi a due diversi copisti: il primo, resosi conto di aver saltato il segmento
Κωμασταί — Σάτυροι, lo avrebbe quindi vergato in margine («am Rande»),
con l’aggiunta del titolo Σάτυροι come termine di richiamo per il lettore,
affinché capisse di dover inserire la sequenza Μονότροπος — Ποάστριαι di
seguito al gruppo Εφιάλτης — Κωμασταί e prima di Σάτυροι, Τραγωδοί ή
Απελεύθεροι; un secondo copista, fraintese le intenzioni del suo predecessore,
avrebbe ricopiato alla fine della glossa Y addendum, mantenendo tuttavia per
errore il titolo Σάτυροι.
Sulla sequenza di titoli, Σάτυροι, Μούσαι, Μονότροποι (sic), che la Suda
(ω 272) attribuisce al poeta di IV secolo Ofelione (= test. 1, in PCG VII, p. 97)
e che, con buona verosimiglianza, deve considerarsi una reiterazione parziale
della lista di drammi di Frinico vd. le notazioni di Meineke (1830, p. 48, FCG
I, p. 415, FCG III, p. 380) e di Wagner (1905, p. 44 n. 1); e cfr. ora Caroli 2013,
p. 218 (con una possibile spiegazione dell’errore).
Αθηναίος Altissima è l’incidenza di tale etnico nelle glosse bio-biblio-
grafiche sui comici conservate dalla Suda e ciò si spiega con il fatto che molti
dei poeti erano Ateniesi di nascita. Sull’etnico Αθηναίος cfr. Volkmann 1861,
pp. 36-37, 41; Wagner 1905, p. 41; Lorenzoni 2012, pp. 330-331; vd. inoltre
Orth 2013, p. 168.
κωμικός των έπιδευτέρων τής αρχαίας κωμωδίας Sulla valenza di
questa formula, attestata anche a proposito del commediografo Aristomene
(= test. 1, in PCG II, p. 562), gli studiosi si sono a lungo interrogati, suggeren-
do al riguardo due diverse possibilità di lettura: in chiave temporale, “poeta
comico fra quelli della generazione più giovane della commedia antica” (cfr.,
e.g., Meineke FCG1, p. 211; Sittl 1887, p. 448; Kaibel 1889, pp. 64-65; Kròhnert
1897, p. 29; Norwood 1931, p. 151 n. 1; Regenbogen 1950, pp. 1457.68-1458.5;
Edmonds FACI, p. 451; Harvey 2000, pp. 108-110; Biles 2009, p. 19 n. 20; Storey
FOCIII, p. 41), ovvero critico-letteraria, “poeta comico fra quelli di second’ordi-
ne (= mediocri) della commedia antica” (così, e.g., Bode 1840, p. 212 n. 8; Bothe
PCGF, p. 208 [la lectio codicum era emendata in έπιδεεστέρων]; Denis 1886,
p. 172 con n. 3; Kòrte 1921, p. 1237.33-58, 1941, pp. 918.65-919.3; Schmid 1946,
p. 138 n. 1; Gelzer 1965; Rusten 2006, p. 24 n. 12, 2011, p. 327; vd. anche LSJ,
s. v. έπιδεύτερος, p. 630: «secondary, of minor rank, of a dramatist», con riferi-
mento a «Suid. s. v. Αριστομένης»), Allo stato attuale delle nostre conoscenze,
l’aggettivo έπιδεύτερος è documentato solo nella Suda, negli articoli relativi ai
 
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