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Έπιάλτης sive Εφιάλτης (fr. 1)

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che così riscriveva i vv. 1-2: «όνομα δ’ έμοί τουτ’, ήν το πρόσθεν· νυν δέ
μήν, / έστω Εφιάλτης κτλ. (το πρόσθε Arist. Eq. 751)»,* * 65 Edmonds (FAC I,
p. 452): όνομα δέ τούτω γ’ ήν τε σωθώ γ’ ήν τε μή / έστω ’πιάλτης ανδραγαθίας
οϋνεκα, / ότι έπιάλας χρηστά λεώς άπωλόμην («The name of it shall be, come
weal come woe, / The Nightmare, and thè reason you shall know; / ’Tis for my
pluck, because I lost my life / In ’bringing good’ to all, man, maid, and wife»:
FAC I, p. 453) e Koster (1978, p. 214): όνομα δέ τω τουτ’ ήν κάτωθεν (ovvero
ένερθεν) γηγενεΐ / έστω δ’ Έπιάλτης άνδραγαθίας οϋνεκα, / έπεί γ’ έπιάλας
χρηστά λέ^γων} άπωλόμην (con anapesto diviso dalla cesura pentemimere
al v. 3; nell’ottica interpretativa dello studioso, a parlare sarebbe «Ephialtes
factionis popularis ante Periclem princeps et paulo post 460 occisus, nunc
ex inferis reversus»: sulla possibilità - sostenuta da Koster - che il dramma
ricavasse il titolo dal nome del demagogo Efialte vd., supra, ad Contenuto).
Interpretazione A fronte di una situazione testuale così disperata è estrema-
mente difficile pervenire a una soluzione esegetica univoca. Ciononostante,
per quello che è possibile ricavare dalla lettura del versi appare evidente che
il frammento ruoti intorno al gioco onomastico (e, forse, paretimologico) tra
il nome φιάλτης (v. 2), probabile forma aferetica per il nomen proprium (Έ)
φιάλτης, e la voce έπιάλας (v. 3), che dovrebbe riprodurre una forma partici-
piale di έπιάλλω (composto di cui, almeno in apparenza, Εφιάλτης sarebbe
nomen agentis: al riguardo vd. le notazioni di Leumann [1950, p. 80 n. 45]).
Dall’impiego della particella δέ, al v. 1, sembra lecito concludere che la citazione
rappresenti la prosecuzione di un precedente discorso. Le parole όνομα δέ τώ
τουτ’ ήν con cui si apre il frammento preservano le tracce di una tipica for-
mula di presentazione (per la sintassi vd. ad fr. 19.1); il che ha indotto diversi
esegeti, anche in ragione della forma (Έ)φιάλτης al v. 2, a ritenere che il passo
conservi uno stralcio della presentazione (ovvero dell’autopresentazione) del
personaggio che dava il titolo al dramma; non pochi studiosi hanno suggerito
una provenienza dei versi dal prologo: in particolare, cfr. Bothe PCGF, p. 209;
G. Kaibel, ap. PCG VII, p. 396; Sommerstein 1998, p. 37 [= 2009, p. 173].
1 όνομα δέ τώ τουτ’ ήν Sulla possibilità che dietro quest’espressione
si celi una formula di presentazione analoga a quella contenuta, per es., al v.
1 del fr. 19 (per cui vd. infra) vd., supra, ad Interpretazione.

τε μή / έσχον Έπιάλτης άνδραγαθίας οϋνεκα, / έπειτ’ έπιάλας χρηστά ό τάλας
άπωλόμην.
65 Nella recensione alla dissertazione di Breitenbach, Schmidt (1910, p. 1029) ricostru-
iva al v. 3 l’avverbio άδεώς per il tràdito λέ.
 
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