86
Phrynichos
contenuto di tale frammento adespoto e del parallelo con esempi di «birth
comedies of gods», Storey [FOC III, p. 53] si domanda se, nel Kronos, Frinico
non scegliesse di portare sulla scena «thè forced regurgitation of thè brothers
and sisters of Zeus»).
Per il Kronos non si è però supposto soltanto un argomento mitologico.
Sulla base del titolo, diversi studiosi (cfr. Welcker 1830, p. 469 [= KSI pp. 336-
337]; Bode 1840, p. 217; Carrière 1979, p. 88; Zimmermann 2011, p. 75) hanno
immaginato una vicenda scenica incentrata sul motivo, spesso ricorrente nella
produzione comica di quinto secolo, del ritorno dei Saturnia regna, di quel-
l'età aurea” (χρύσεον γένος), in cui, “durante il regno di Crono” (έπί Κρόνου),
gli uomini “vivevano come dèi, con il cuore tranquillo, liberi da fatiche e da
sventure: non incombeva infatti la miseranda vecchiaia, ma, sempre fiorenti
nelle mani e nei piedi, si rallegravano nei conviti, lungi da tutti i malanni, e
morivano come presi dal sonno. Tutti i beni erano per loro, la fertile terra
dava loro spontaneamente (αύτομάτη) molti e copiosi frutti ed essi tranquilli
e contenti si godevano i loro beni, tra molte gioie” (Hes. Op. 112-119).85
Un’ulteriore via interpretativa ha suggerito - pur con molta cautela -
Wilkins (2000, p. 115), secondo cui Frinico potrebbe aver ricavato lo spunto
per il suo dramma dai Κρόνια, le antiche feste in onore di Crono, che, istituite
in Attica dal leggendario re Cecrope come momento conclusivo della stagione
della mietitura (cfr. Philoc. FGrHist 328 F 97), si celebravano annualmente
il 12 Ecatombeone (cfr. Dem. 24. 26; e vd. lo schol. [REN] Ar. Nu. 398a: έστι
δέ Κρόνια παρά τοίς Έλλησιν εορτή, τα παρά τοις 'Ρωμαιοις καλούμενα
Σατουρνάλια [...]. ήγετο δέ έκατομβαιώνι μηνί86) e, almeno fino al II secolo
d. C. (così sembra evincersi da Plut. Non posse suaviter vivi secundum Epicurum,
1098b-c), prevedevano una serie di lauti banchetti cui partecipavano, senza
restrizioni di sorta, servi e padroni insieme, per effetto di un totale e tempora-
neo sovvertimento dell’ordine sociale (in merito vd. inoltre Acc. fr. 3 Blànsdorf
[= Macr. I. 7. 37]): in generale, su tale «festival of reversai» si rimanda al
contributo di Versnel (1994, pp. 115-121).
85 La rievocazione della primigenia felicità e dell’illimitata abbondanza caratterizzanti
il regno di Crono, modello archetipico dell’ideale di vita edenica, costituisce un
argomento di particolare interesse per i commediografi di quinto secolo: in merito
cfr. Carrière 1979, pp. 88-91; Pellegrino 2000, pp. 49-51; Wilkins 2000, pp. 110-130;
Farioli 2001, pp. 16-18.
86 Plutarco (Thes. 12. 2) attesta che il mese di Ecatombeone (luglio-agosto), il pri-
mo mese del calendario attico, era anticamente chiamato Κρόνιος, tanto erano
importanti le feste in onore di Crono; cfr. inoltre Et.Gud. pp. 440.22, 441.7; EM
p. 321.4-5.
Phrynichos
contenuto di tale frammento adespoto e del parallelo con esempi di «birth
comedies of gods», Storey [FOC III, p. 53] si domanda se, nel Kronos, Frinico
non scegliesse di portare sulla scena «thè forced regurgitation of thè brothers
and sisters of Zeus»).
Per il Kronos non si è però supposto soltanto un argomento mitologico.
Sulla base del titolo, diversi studiosi (cfr. Welcker 1830, p. 469 [= KSI pp. 336-
337]; Bode 1840, p. 217; Carrière 1979, p. 88; Zimmermann 2011, p. 75) hanno
immaginato una vicenda scenica incentrata sul motivo, spesso ricorrente nella
produzione comica di quinto secolo, del ritorno dei Saturnia regna, di quel-
l'età aurea” (χρύσεον γένος), in cui, “durante il regno di Crono” (έπί Κρόνου),
gli uomini “vivevano come dèi, con il cuore tranquillo, liberi da fatiche e da
sventure: non incombeva infatti la miseranda vecchiaia, ma, sempre fiorenti
nelle mani e nei piedi, si rallegravano nei conviti, lungi da tutti i malanni, e
morivano come presi dal sonno. Tutti i beni erano per loro, la fertile terra
dava loro spontaneamente (αύτομάτη) molti e copiosi frutti ed essi tranquilli
e contenti si godevano i loro beni, tra molte gioie” (Hes. Op. 112-119).85
Un’ulteriore via interpretativa ha suggerito - pur con molta cautela -
Wilkins (2000, p. 115), secondo cui Frinico potrebbe aver ricavato lo spunto
per il suo dramma dai Κρόνια, le antiche feste in onore di Crono, che, istituite
in Attica dal leggendario re Cecrope come momento conclusivo della stagione
della mietitura (cfr. Philoc. FGrHist 328 F 97), si celebravano annualmente
il 12 Ecatombeone (cfr. Dem. 24. 26; e vd. lo schol. [REN] Ar. Nu. 398a: έστι
δέ Κρόνια παρά τοίς Έλλησιν εορτή, τα παρά τοις 'Ρωμαιοις καλούμενα
Σατουρνάλια [...]. ήγετο δέ έκατομβαιώνι μηνί86) e, almeno fino al II secolo
d. C. (così sembra evincersi da Plut. Non posse suaviter vivi secundum Epicurum,
1098b-c), prevedevano una serie di lauti banchetti cui partecipavano, senza
restrizioni di sorta, servi e padroni insieme, per effetto di un totale e tempora-
neo sovvertimento dell’ordine sociale (in merito vd. inoltre Acc. fr. 3 Blànsdorf
[= Macr. I. 7. 37]): in generale, su tale «festival of reversai» si rimanda al
contributo di Versnel (1994, pp. 115-121).
85 La rievocazione della primigenia felicità e dell’illimitata abbondanza caratterizzanti
il regno di Crono, modello archetipico dell’ideale di vita edenica, costituisce un
argomento di particolare interesse per i commediografi di quinto secolo: in merito
cfr. Carrière 1979, pp. 88-91; Pellegrino 2000, pp. 49-51; Wilkins 2000, pp. 110-130;
Farioli 2001, pp. 16-18.
86 Plutarco (Thes. 12. 2) attesta che il mese di Ecatombeone (luglio-agosto), il pri-
mo mese del calendario attico, era anticamente chiamato Κρόνιος, tanto erano
importanti le feste in onore di Crono; cfr. inoltre Et.Gud. pp. 440.22, 441.7; EM
p. 321.4-5.