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Μονότροπος (fr. 21)

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(con antilabéaì v. 1) proponeva van Leeuwen (1902, p. 9 [adAv. 11]): μεγάλους
πιθήκους οίδ’ ετέρους. (Β.) τίνας; λέγε. / (Α.) Λυκέαν, Τελέαν, Πείσανδρον,
Έξηκεστίδην. / (Β.) ανωμάλους είπας πιθήκους (καί κακούς}. / (Α.) ό μέν γε
δειλός, ό δε κόλαξ, ό δ’ (αύ> νόθος.
Interpretazione Nel corso di una scena dialogica in trimetri giambici, due non
ben identificabili personaggi (impossibile chiarire su quali basi Guglielmino
[1945, p. 104] e Weinreich [II, p. 407] ritengano di poter assegnare le battute
della prima persona loquens al Monotropos) si prendono gioco di quattro per-
sonalità deir Atene contemporanea evidentemente note al composito pubblico
che assisteva agli agoni drammatici: Licea, Telea, Pisandro ed Essecestide (v. 2)
vengono etichettati da A come “scimmioni” (μεγάλοι πίθηκοι: v. 1) attraverso
una metafora ‘animalesca’ dalla forte valenza negativa nel mondo greco; quin-
di, vengono pesantemente derisi da B, che, per rincarare la dose, decide di
connotarli meglio, attribuendo ad essi degli epiteti peggiorativi, con il preciso
intento di metterne in risalto l’ignobile indole comportamentale (v. 4: δειλός,
κόλαξ) e gli oscuri natali (νόθος; sulla possibilità che nel frammento sia venuto
meno un quarto aggettivo, ξένος, a completamento della serie vd., supra, ad
Testo).
1 μεγάλους L’aggettivo potrebbe essere impiegato nel verso con dou-
blé entendre, nell’accezione canonica di “grande” (cfr. LSJ, s.v. [Li], p. 1088:
«big»), in riferimento all’immagine (comica) dei πίθηκοι, e nel senso traslato
di “importante” (cfr. LSJ, s. v. [IL4], p. 1088: «important»), in relazione al “peso”
sociale dei personaggi satireggiati e/o al loro censo non indifferente: di almeno
tre kdmddoumenoi - Licea, Telea e Pisandro: vd. infra - sappiamo infatti che
ricoprirono cariche pubbliche di un certo prestigio (e che, come nel caso di
Licea, richiedevano anche un background economico di tutto rispetto), mentre
davvero ben poco si conosce della figura di Essecestide, per cui è impossibile
dire se abbia avuto o meno un ruolo politico negli anni a ridosso del 414 a. C.,
anche se Sommerstein (1987, p. 201 [ad Av. 11]) non esclude che possa essere
stato «a minor politician» (cfr. inoltre Hubbard 1990, p. 75 n. 9, che qualifica i
kdmddoumenoi come «four demagogues»). Sulla possibilità che l’epiteto regi-
stri una doppia valenza nel verso vd. già Burelli Bergese 1981, p. 610.
πιθήκους Fin dagli albori della letteratura greca, l’immagine della scimmia
ha generato metafore dal forte valore evocativo: in età arcaica, questo animale

δ’} άνομάλους είπας πιθήκους. <(Α.) τί δ’; (Β.) ότιή> (Bothe). Solo in seguito alla
pubblicazione dell’edizione degli scoli aristofanei a cura di Dindorf (1838, IV.3,
p. 148 n. 3), i due studiosi adottarono la lezione corretta άνωμάλους (cfr. Meineke
FCG ILI, p. 588; Bothe PCGF, p. 213).
 
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