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Μονότροπος (fr. 21)

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3 ανωμάλους Etimologicamente connesso al prefisso negativo
ά(ν)- (<*n-) e all’aggettivo ομαλός (“uguale”, “uniforme”, “omogeneo”), il
vocabolo è un hapax in commedia. Nell’uso letterario ανώμαλος significa
“disuguale”, “irregolare” (cfr. LSJ, s.v. [I], p. 170: «irregular»), in riferimento,
per es., a un terreno (cfr., e.g., Plato Lg. 625d), alla φύσις (cfr., e.g., Plato Ti.
58a), al movimento (cfr., e.g., Arisi. Ph. 228b.l6), alla voce (cfr., e.g., Arisi. GA
788a.l). In senso figurato, può qualificare il destino (cfr., e.g., Eur. fr. 684) ovve-
ro, come sinonimo di “non equilibrato”, può designare una città (cfr., e.g., Plato
Lg. 773b) ovvero un ordinamento politico (cfr., e.g., Plato Mx. 238e): cfr. LSJ, s. v.
[II], p. 170. Detto di persone, vale “incostante”, “incoerente”, “capriccioso” (cfr.
LSJ, s. v. [Ili], p. 170: «inconsistent», «capricious»): cfr., e.g., Arisi. Po. 1454a.26.
Nel presente contesto l’aggettivo serve a definire il gruppo di πίθηκοι appena
citato, ma difficilmente avrà il valore di «capricious» assegnato all’immagine
della scimmia da LSJ (s.v. [Ili], p. 170; cfr. inoltre DGE II, s.v. [III.3], p. 364);
a mio modo di vedere, è invece preferibile tradurre il termine con “vario”,
“eterogeneo”, “assortito”, come, del resto, proponeva Dunbar (1995, p. 189
[ad Av. 166-70]), che rendeva la pericope ανωμάλους [...] πιθήκους con «a
varied group of monkeys», intendendo ανώμαλος nel senso di «differing from
one another».162 A giudizio di Raines (1934, p. 339), l’aggettivo non andrebbe
invece accordato con il successivo πιθήκους, ma piuttosto con un termine
sottinteso (il precedente ετέρους [v. 1] ovvero un «pronoun agreeing with
ετέρους») che faccia riferimento ai quattro kàmòdoumenoi, in modo tale da po-
ter interpretare il verso nel seguente modo: «It is an anomalous group of men
[Le., a group characterized by different kinds of κακία] whom you cali [by one
and thè same generic name] monkeys».163 Non sembra infine trovare riscontro

162 D’altra parte, già Bothe (PCGF, p. 213) traduceva l’espressione con «Dissimiles
[...] simios»; cfr. inoltre Rusten 2011, p. 329: «some odd monkeys»; Storey FOC
III, p. 61: «a strange variety of baboons». ‘Poetico’ il tentativo di resa offerto da
Edmonds (FACI, p. 459): «as many apes as shapes». Barelli Bergese (1981, p. 606)
rende il verso con «dicesti scimmie di genere diverso»; in alternativa, la studiosa
propone di interpretare ανωμάλους [...] πιθήκους come «scimmie irregolari (di
genere particolare)», ritenendo che «qui il personaggio voglia far rimarcare che
non di scimmie vere e proprie si tratta, ma, ovviamente, di uomini» (p. 606 n. 3).
Con «strane scimmie» traduce i due termini Treu (1999, p. 76 n. 143).
163 Nello scolio vergato dalla ‘terza mano’ di Γ, subito dopo l’aggettivo ανωμάλους, il
copista aggiunge un improbabile άνθρώπους: che Raines abbia formulato la sua
proposta esegetica, avendo in mente il testo di Γ3? Del resto, che allo studioso non
fosse ignota la paradosis del Laurenziano, è confermato dal fatto che egli leggeva
il testo del frammento dall’edizione degli scoli agli Uccelli di White (1914, p. 14), in
cui si dà per la prima volta conto della lettura dello scolio offerta dal codice Γ.
 
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