Τραγωδοί ή Απελεύθεροι (fr. 54)
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Diph. fr. 94.1; Men. Asp. 74, 286, DE 54, Dysc. 464, 644, Epit. 460, fr. 64.9; Philem.
frr. 3.13, 95.1, 99.7, 109.1, 122.1; Apollod.Car. fr. 6.1; Bato fr. 3.6; Hegesipp.
fr. 1.22; Posidipp. fr. 33.2) e, dunque, non v’è ragione di emendare la paradosis
dei manoscritti pollucei.
Non ha incontrato fortuna presso gli studiosi l’ipotesi di lettura avanzata
da Blaydes (Adv. I, p. 45), che intravedeva nel frammento un’improbabile se-
quenza sticomitica: «σύ δέ τιμιοπώλης (vel ταινιοπώλης); {B.} ώς Αχιλλεύς
γ’ ούδε εις».
Interpretazione Nel XXIV canto dell’Iliade (vv. 440-691) si legge che il re di
Ilio, Priamo, disperato per la morte del figlio Ettore e fermamente intenzio-
nato a dare una degna sepoltura al suo martoriato cadavere, decide di recarsi
in gran segreto all’accampamento acheo, portando con sé un’ingente quan-
tità di ricchezze, nella speranza di convincere Achille a restituirgli, dietro
il pagamento di “un riscatto non disprezzabile” (v. 594), il corpo di Ettore;
condizione, questa, che l’eroe tessalo, dopo un primo stizzito rifiuto (v. 559),
accetta (vv. 578-579), impietosito dalle tante e insistite preghiere dell’anziano
re. La battuta contenuta nel frammento di Frinico trae ispirazione da quella
che, con tutta probabilità, deve considerarsi una «later version» (Storey FOC
III, p. 73 n. 1) del detto episodio iliadico, in cui, diversamente dal raccon-
to tradizionale, era Achille a richiedere al vecchio Priamo il pagamento di
un ingente riscatto per la restituzione del cadavere di Ettore. Una versione
che, a quanto sembra, era già nota ad Eschilo, autore di un perduto dramma
intitolato Φρύγες ή Έκτορος λύτρα, in cui, a stare alle fonti (cfr. schol. [A]
Hom. II. XXII.351b [= V, p. 333.53-54 Herbse]; schol. [T] Hom. II. XXII.351c’
[= V, p. 333.56-58 Herbse]),317 il tragediografo faceva sì che il corpo di Ettore
venisse pesato sulla scena e che ad esso fosse corrisposta realisticamente una
cospicua somma in denaro (al dramma di eschileo si ispirò probabilmente
Ennio, autore di una tragedia intitolata Hectoris lytra: in merito vd. Vahlen
1903, p. ccvi; Jocelyn 1967, 290-291). Dai dati in nostro possesso non è chiaro
se il ruolo di innovatore della vicenda iliadica spetti proprio ad Eschilo ov-
317 Secondo Webster (1967b, p. 141), la scena eschilea della pesatura del corpo di Ettore
sarebbe raffigurata in un rilievo melio databile al 450/440 a. C. (cfr. Graham 1958,
con tav. 82 figg. 1-2; e vd. Kossatz-Deissmann 1981, p. 151 [ad § 662], con relativa
immagine in LIMC 1.2, p. 125 [ad Achilleus 662]), in un cratere a volute degli inizi
del quarto secolo rinvenuto a Ruvo di Puglia (cfr. Graham 1958, p. 315, con tav.
83 fìg. 5; Kossatz-Deissmann 1981, p. 151 [ad § 664], con la relativa immagine in
LIMC 1.2, p. 125 [ad Achilleus 664]) e in un rilievo su una oinochoe proveniente da
Berthouville, un comune francese dell’Alta Normandia (cfr. Bulas 1929, fìg. 54).
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Diph. fr. 94.1; Men. Asp. 74, 286, DE 54, Dysc. 464, 644, Epit. 460, fr. 64.9; Philem.
frr. 3.13, 95.1, 99.7, 109.1, 122.1; Apollod.Car. fr. 6.1; Bato fr. 3.6; Hegesipp.
fr. 1.22; Posidipp. fr. 33.2) e, dunque, non v’è ragione di emendare la paradosis
dei manoscritti pollucei.
Non ha incontrato fortuna presso gli studiosi l’ipotesi di lettura avanzata
da Blaydes (Adv. I, p. 45), che intravedeva nel frammento un’improbabile se-
quenza sticomitica: «σύ δέ τιμιοπώλης (vel ταινιοπώλης); {B.} ώς Αχιλλεύς
γ’ ούδε εις».
Interpretazione Nel XXIV canto dell’Iliade (vv. 440-691) si legge che il re di
Ilio, Priamo, disperato per la morte del figlio Ettore e fermamente intenzio-
nato a dare una degna sepoltura al suo martoriato cadavere, decide di recarsi
in gran segreto all’accampamento acheo, portando con sé un’ingente quan-
tità di ricchezze, nella speranza di convincere Achille a restituirgli, dietro
il pagamento di “un riscatto non disprezzabile” (v. 594), il corpo di Ettore;
condizione, questa, che l’eroe tessalo, dopo un primo stizzito rifiuto (v. 559),
accetta (vv. 578-579), impietosito dalle tante e insistite preghiere dell’anziano
re. La battuta contenuta nel frammento di Frinico trae ispirazione da quella
che, con tutta probabilità, deve considerarsi una «later version» (Storey FOC
III, p. 73 n. 1) del detto episodio iliadico, in cui, diversamente dal raccon-
to tradizionale, era Achille a richiedere al vecchio Priamo il pagamento di
un ingente riscatto per la restituzione del cadavere di Ettore. Una versione
che, a quanto sembra, era già nota ad Eschilo, autore di un perduto dramma
intitolato Φρύγες ή Έκτορος λύτρα, in cui, a stare alle fonti (cfr. schol. [A]
Hom. II. XXII.351b [= V, p. 333.53-54 Herbse]; schol. [T] Hom. II. XXII.351c’
[= V, p. 333.56-58 Herbse]),317 il tragediografo faceva sì che il corpo di Ettore
venisse pesato sulla scena e che ad esso fosse corrisposta realisticamente una
cospicua somma in denaro (al dramma di eschileo si ispirò probabilmente
Ennio, autore di una tragedia intitolata Hectoris lytra: in merito vd. Vahlen
1903, p. ccvi; Jocelyn 1967, 290-291). Dai dati in nostro possesso non è chiaro
se il ruolo di innovatore della vicenda iliadica spetti proprio ad Eschilo ov-
317 Secondo Webster (1967b, p. 141), la scena eschilea della pesatura del corpo di Ettore
sarebbe raffigurata in un rilievo melio databile al 450/440 a. C. (cfr. Graham 1958,
con tav. 82 figg. 1-2; e vd. Kossatz-Deissmann 1981, p. 151 [ad § 662], con relativa
immagine in LIMC 1.2, p. 125 [ad Achilleus 662]), in un cratere a volute degli inizi
del quarto secolo rinvenuto a Ruvo di Puglia (cfr. Graham 1958, p. 315, con tav.
83 fìg. 5; Kossatz-Deissmann 1981, p. 151 [ad § 664], con la relativa immagine in
LIMC 1.2, p. 125 [ad Achilleus 664]) e in un rilievo su una oinochoe proveniente da
Berthouville, un comune francese dell’Alta Normandia (cfr. Bulas 1929, fìg. 54).