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308

Phrynichos

τιμοϋντι La lezione appare sospetta. Ci si aspetterebbe la forma τιμώντι
(da τιμά-ο-ντι). Secondo Tsantsanoglou (1984, p. 37), tale grafìa potrebbe essere
«an error [...] due to thè following κάτιμοΰντι» o - meno probabilmente - «a
comic alteration made for some obscure reason».338 A non dissimili conclu-
sioni giunge ora anche Willi (2010, p. 507), per cui la voce τιμοϋντι «is either
a copyist’s mistake or comically modelled upon thè following correct κάτι-
μούντι». A prescindere dalla correttezza o meno di tale forma verbale, appare
chiara la volontà del poeta comico di dar vita nel verso a un wordplay (ma si
potrebbe anche parlare di soundplay) con il successivo κάτιμοΰντι: in merito
cfr. de Boo 1998, p. 291 n. 2.
κάτιμοΰντι Crasi per καί + άτιμουντι (participio presente attivo in caso
dativo singolare di άτιμόω). Il verbo può valere sia “disprezzare”, “disdegnare”,
come, per es., in Aesch. Suppl. 645, sia “privare dei diritti civili”, come, per es.,
in Ar. Pax 742; Ps.-X. Ath. 1. 14; And. 1. 106; Is. 5. 19, 8. 41; Dem. 18.82, 19.257.
L’uso letterario greco conosce soprattutto il verbo άτιμάζω: cfr., e.g., II. IX.450,
Od. VI.283; Thgn. 821 W"; Aesch. Pr. 207, 784, Suppl. 912; Eur. Med. 33, HF608;
Soph. Ant. 544, OC 286; Ar. Nu. 1121; Ih. III. 42. 5, VI. 38. 5; Plato R. 549d. Di
matrice epica è invece il verbo άτιμάω: cfr., e.g., II. 1.94, 356, 507,11.240, IX.62,
Od. XIV.57, XVL274, XX.133; Hes. Op. 185; vd. inoltre Pi. P. 9.80.
τούς βελτίονας Chi siano questi (uomini?) “migliori” è impossibile a dir-
si, a causa dell’assenza di un preciso contesto di riferimento. A Tsantsanoglou
(1984, p. 37) si deve la proposta di intravedere nell’espressione un’allusione
a figure di «aristocrats» (in altre parole, lo studioso suggerisce di intendere
Lespressione come sinonimo di τούς βέλτιστους: sull’equivalenza οί βέλτι-
στοι = “i migliori”, ossia “gli aristocratici”, cfr., e.g., X. Hel. V. 2. 6, Cyr. Vili.
1. 16; Ps.-X. Ath. 1. 5).

338 Lo studioso esclude invece la possibilità che Frinico abbia fatto uso di una qualche
variante ‘dialettale’ del verbo τιμάω: «thè dialectal τιμέω and τιμάω (see LSJ s. vv.)
would rather be unlikely intrusions here». Di contro all’opinione di Tsantsanoglou,
V. Schmidt (ap. PCG VII, p. 421) ha avanzato l’ipotesi che la voce τιμοϋντι derivi
dal verbo τιμάω per cui vd. LSJ, s. v., p. 1794.
 
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