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Incertarum fabularum fragmenta (fr. 66)

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cfr. Polioch. fr. 2.2) con l’aggiunta di acqua, o di olio, o di latte, o di miele (sui
vari ingredienti necessari per la preparazione della μάζα veniamo informati
da Athen. III. pp. 114c-115a), di larghissimo consumo presso i Greci, per i quali
rappresentava un alimento piuttosto frugale, comune soprattutto fra i soldati
e i meno abbienti: in merito vd. Olson 1998, pp. 67-68 [ad Pax 1]; Pellegrino
1998, pp. 308-309 (cfr. inoltre Pellegrino 2000, p. 52 [ad Gratin, fr. 176.2s.]);
Garcia Soler 2001, pp. 95-97.
κολοκυντίου Come la μάζα, anche la κολοκύντη era un alimento tra-
dizionale nella dieta dei Greci, consumato abitualmente - anche dagli schiavi,
come si deduce da Nic. fr. 72.1-4 G.-S. - sia in estate che in inverno (a patto
però che l’ortaggio fosse conservato in salamoia: cfr. Plin. NH XIX. 73-74;
vd. inoltre Athen. IX. p. 372b-d). Sulle proprietà alimentari della κολοκύντη
preziose informazioni fornisce Difillo di Sifno (fr. 17 Garcia Lazaro), che la de-
finisce un cibo “poco nutriente (όλιγότροφος), facile da digerire (εϋφθαρτος),
adatto a idratare l’organismo (υγραντική τής έξεως), di facile escrezione
(εύέκκριτος), succoso (εϋχυλος)” (al contrario, Plinio il vecchio [Mi XIX. 71]
annovera la zucca tra quegli alimenti non completamente digeribili per il
corpo umano, nonché causa di fastidiosi gonfiori di stomaco), aggiungendo
peraltro che “è più digeribile (εύστομαχωτέρα) la zucca mangiata con acqua
ed aceto, mentre è di miglior sapore (εύχυλοτέρα) quella condita (άρτυτή); è
più dimagrante (λεπτυντικωτέρα) con la senape, più digeribile e più facile da
evacuare (εύπεπτοτέρα [...] καί εύεκκριτωτέρα) quella ben bollita (κάθεφθος)”.
Anche per il medico dietetico Mnesiteo (IV-III a. C.), la zucca è un alimento che
dà poco nutrimento al corpo ed è inoltre astringente deU’intestino e, quindi,
va consumata preferibilmente bollita (fr. 34 Bertier). La buccia della zucca,
una volta essiccata, veniva reimpiegata, per via della sua particolare confor-
mazione, come recipiente. Su tale ortaggio vd. Pellegrino 1998, pp. 337-338
(cfr. anche Pellegrino 2000, p. 189 [ad Ar. fr. 581.6]); Garcia Soler 2001, p. 48.

fr. 66 (62 K.)
εμει καταμηλών· φλέγματος γάρ εί πλέως
καταμηλών Η. Estienne, αρ. ThGL' V, ρ. 1451d: κατά μ. Α: κατά μυλών FS | καί φλ. A
| εί πλέως Α: σι π- F: σοι π- S

manda giù il sondino e vomita, ché sei pieno di flemma
 
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