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Incertarum fabularum fragmenta (fr. 67)

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fr. 67 (64 K.)

πολύς δέ συβαριασμός αυλητών <Μ> ήν
e/ma c’era { } un gran tumulto di auleti

Schol. [V] Ar. Pax 344a
συβαρι<ά}ζειν (συβαρίζειν V: corr. Meineke FCG V.l, p. 41)345; Καλλίστρατος τρυφάν,
άπό τής συβαριτικής τρυφής, Άρτεμίδωρος άπλώς θορυβεϊν. καί Φρύνιχος- “πολύς
-ήν”
sybari(à)zein: Callistrato (intende il termine come sinonimo di) “vivere dissolutamen-
te”, per via della dissolutezza (degli abitanti) di Sibari; Artemidoro (cfr. Susemihl 1892,
p. 186 n. 211) (sostiene che valga) semplicemente “fare baccano”. Anche Frinico: ...
Metro Trimetro giambico.
— —0-<->-
Bibliografìa Dindorf 1838, IV.3, p. 48.4-5; Bergk 1838, pp. 366-367; Meineke
FCG1, p. 151; Meineke FCGILI, p. 605 [Inc.fab. fr. xii]; Meineke Ed.min., p. 239
[Inc.fab. fr. xii]; Bothe PCGF, pp. 219-220 [Inc.fab.fr. 12]; van Herwerden 1864,
p. 8; Kock CAFI, pp. 386-387; Blaydes Adv. I, pp. 45, 213; Blaydes Adv. II, p. 54;
Schmid 1946, p. 141 n. 2; Edmonds FACI, pp. 468-469 [fr. 64]; Kassel/Austin
PCG VII, p. 422; Storey FOCHI, pp. 76-77 [fr. 67]
Contesto della citazione Questo verso è citato dallo scoliaste veneto al
v. 344 della Pace di Aristofane in merito alla discussione, di carattere erudito-
grammaticale, relativa alla definizione del corretto significato del verbo de-
nominale συβαρι(ά)>ζειν (così Meineke [FCG V.l, p. 41] emendava la lezione
di V, συβαρίζειν: sulla correttezza dell’intervento vd. Olson 1998, p. 140):
l’antico commentatore aristofaneo informa che Callistrato (III-II a. C.), allievo
di Aristofane di Bisanzio, spiegava il verbo come sinonimo di τρυφάν (“vivere
lussuriosamente”), con riferimento alla proverbiale dissolutezza che carat-
terizzava lo stile di vita degli abitanti di Sibari;346 il grammatico Artemidoro

345 Diversamente da Holwerda (1982, p. 56) e da Kassel/Austin, preferisco stampare
a testo (per ragioni di cui rendo conto infra) l’emendazione di Meineke.
346 La città magnogreca di Sibari, fondata alla fine dell’VIII secolo a. C. da coloni Achei
e Trezeni sulla costa calabra prospiciente lo Ionio, nelle vicinanze del Golfo di
Taranto, e distrutta dalla vicina Crotone intorno al 510 a. C., era nota nell’antichità
per il lusso e per la dissipatezza dei suoi abitanti: cfr., e.g., Ar. Pax 344 (con Olson
1998, p. 140), fr. 225.3; Hdt. VI. 127. 1; Athen. XII. pp. 518c-522a.
 
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