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Incertarum fabularum fragmenta (fr. 78)

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8ìzJ), in cui Aristofane, per bocca del corifeo, racconta di come Frinico avesse
portato in scena - in un dramma anteriore al 423 a. C., di cui non viene però
rivelato il titolo - una rivisitazione in chiave burlesca del mito di Andromeda
(ovvero di un’Andromeda tragica [vd., supra, adP 8a-c]; nella detorsio inscenata
da Frinico, la principessa etiope era impersonata da una γραΰς μεθύση, ritratta
neH’atto di sfuggire, come la controparte mitologica, dalle fauci di un mostro
marino).
πότις γυνή Cfr. Phot, π 1123: πότις· ή γυνή ή μεθύση (con Theodoridis,
ad loc.).370 Sul motivo, caro ai commediografi attici, della vinolentia delle donne
cfr., e.g., Pherecr. frr. 75, 152, 186 (per il cui testo vd., supra, ad fr. 34); Ar. Lys.
114, 193-208, 395, 466, Th. 347-348, 393, 630-633 (con Austin / Olson 2004,
p. 231), 733-761 (vd., in particolare, i vv. 735-737), Ec. 14-15, 44-45, 132-136,
146, 153-157, 227, 1118-1124, PI. 644-645, 737, 972, fr. 345; Theopomp.Com.
fr. 41; e vd. la selezione di testimonianze comiche conservate da Ateneo nella
sezione del X libro dei Sofisti a banchetto dedicata al tema dell’ubriachezza
delle donne (pp. 441b-442a); cfr. inoltre Oeri 1948, pp. 13-18 (sul tipo comico
della vecchia ubriaca). Per l’uso dell’aggettivo πότις in commedia cfr. Plato
Com. fr. 206.2 (detto metaforicamente della στίλβη, un tipo di lampada); Epicr.
fr. 3.1 (detto dell’etèra Lais); cfr. Ar. Eh. Ti5, per l’impiego dell’epiteto al grado
superlativo (ώ θερμόταται γυναίκες, ώ ποτίσταται). Degno di menzione è
inoltre Yhapax οίνοπότις, il cui impiego è documentato in Anacreonte (PMG
110: οίνοπότις γυνή).

fr. 78 (72 K.)
a). Schol. [RV] Ar. Nu. 967ύ.β
(Παλλάδα περσέπολιν δεινάν) αρχή άσματος Φρυνίχου (φ, cum η su-
perscr. V: Στησιχόρου van Leeuwen 1898, ρ. 154 [ad Nu. 967]; vd., infra, adTesto), ώς
Ερατοσθένης φησίν (om. V). Φρύνιχος δέ αύτοΰ τούτου τού άσματος μνημονεύει ώς
Ααμπροκλέους δντος· Παλλάδα περσέπολιν κληΐζω πολεμαδόκον (-μοδ- V)
άγνάν, παΐδα Διός μεγάλου

370 Kassel/Austin rendono conto in apparato di una breve nota inedita di G. Kaibel,
il quale suggeriva di editare la glossa foziana nel seguente modo: πότις γυνή- ή
μεθύση, prospettando cioè la possibilità che il lessicografo bizantino stesse chio-
sando proprio il sintagma che Polluce dice essere impiegato da Frinico (in altre
parole, per Kaibel la glossa di Fozio andrebbe letta come un’ulteriore testimonianza
sul commediografo).
 
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