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interni, che rendono l’intera pericope assolutamente godibile per il lettore
moderno e, con buona probabilità, anche per il pubblico che dovette assistere
alla rappresentazione della commedia da cui è desunto il frammento.
Prologo del Kronos di Frinico? Furono i primi editori ad avanzare la possi-
bilità che il frammento - che assegnavano all’«αρχαία κωμωδία» - conser-
vasse un estratto del prologo del Kronos di Frinico (cfr. Norsa/Vitelli 1930,
pp. 3-4; l’attribuzione fu quindi ribadita nell’edizione del papiro del 1932,
per la serie dei PSI). La proposta di identificazione con la pièce di Frinico
si fondava soprattutto sulla citazione sofoclea contenuta nel v. 2: convinti
che la locuzione πέπονθα δεινά riecheggiasse il v. 892 deWEdipo a Colono
di Sofocle, i due studiosi individuavano nella commedia di Frinico l’unico
possibile referente cronologicamente vicino al dramma sofocleo, che, sulla
scorta della vecchia teoria di Lachmann (1827), essi datavano a prima della
guerra del Peloponneso (431-404 a. C.; vd. però, supra, adir. 32; e cfr., infra, ad
Frammento di commedia di ‘mezzo’?). L’ipotesi di Norsa e di Vitelli fu ripresa
da Coppola (1936, pp. 119-122), che convalidò l’assegnazione a Frinico sulla
base dei seguenti punti: a). Il tono complessivo del frammento sembra rinviare
allo stile compositivo della commedia attica antica (lo studioso suggerisce
come possibile termine di confronto la rhèsis monologica di Diceopoli nel
prologo degli Acarnesi: vv. 1-42); b). L’accenno alla città di Megara, nel v. 6,
implica un riferimento al noto decreto con cui Pericle vietò ai Megaresi di
“servirsi dei porti dei territori soggetti ad Atene e del mercato di Atene” (Th. I.
139. 1; e cfr. I. 67. 4, 144. 2; Plut. Per. 30, 3) e che, secondo i moderni, sarebbe
stato in vigore dal 432 al 423 a. C. (in merito cfr., e.g., Kagan 1969, p. 254;
Meiggs 1972, pp. 430-431; de Ste-Croix 1972, pp. 225-289; e vd. Olson 1998,
p. 197 [ad Pax 608-9], per ulteriori riferimenti bibliografici). Quest’ultimo
argomento era giudicato fondamentale da Coppola per l’identificazione della
pièce d’appartenenza dei versi con il Kronos di Frinico, commedia che egli
datava con sicurezza al 429 a. C. per un criterio di anteriorità rispetto agli
Amphiktyones di Teleclide (vd., supra, ad n. 88). Alla luce del su menzionato
decreto contro Megara, Coppola tentava inoltre di spiegare la scelta di Crono
di vendere i propri figli come schiavi in quella località: sfruttando la contin-
genza della chiusura dei traffici megaresi imposta da Pericle, il dio riesce a
portare a compimento la sua transazione commerciale, ricavandone un lauto
guadagno, in virtù dei prezzi di vendita saliti alle stelle.
Frammento di commedia di ‘mezzo’? L’assegnazione dei versi al Kronos di
Frinico sostenuta, pur con molta cautela, dai primi editori del frammento era
basata - si è detto - sulla presunta citazione del v. 892 dell’Edipo a Colono
contenuta nel v. 2 e sulla vecchia ipotesi per cui il dramma sofocleo sarebbe
stato rappresentato prima del 431 a. C.; il primo argomento risulta però molto
 
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